Canti (Leopardi - Donati)/XI. Il passero solitario: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=100%|data=17 maggio 2009|arg=poesie}}{{nota disambigua|Il passero solitario}}
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=XI<br />Il passero solitario|prec=../Il primo amore|succ=../L'infinito}}
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Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra
Primavera dintorno{{R|5}}
Brilla
Sì
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
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Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal
Canti, e così trapassi{{R|15}}
Oimè, quanto somiglia
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Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,{{R|20}}
Sospiro acerbo
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
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Al mio loco natio,{{R|25}}
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
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La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
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La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,{{R|55}}
Che parrà di tal voglia?
Che di
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
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