Una Fermana iscoppai da Cascioli: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=
<onlyinclude>{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore =Castra fiorentino
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cetto cetto se gia in
e cocino portava in pignoli
saïmato di buona saina.
{{r|5}}Disse: «A te
e operata cinta samartina,
se mi viva, mai e boni scarponi».
«Soca i è, mal fa-i che cab[b]a
{{r|10}}la fantilla di Cencio Guidoni.
ca là
i[n] qual
a li scotitori, che non me
{{r|15}}e con un truffo di vin misticato,
e non mi scordassero le gote
la farfiata de lo bono farfione.
Leva
{{r|20}}ou tu semplo, milenso, mamone!»
per timiccio. Che nonn- asatanai?
Quando la Fermana tansi
quella mi diede e disse «Ai!
{{r|25}}O tu cret[t]o, dogliuto, crepato,
per lo volto di Dio, mal lo fai,
se [già] non mi prend[ess]i a noscella.
Escion[n]a, non gire per la spica,
{{r|30}}sí ti veio arlucare la mascella!»
duròti panari di profici
e morici per fare bianchi denchi:
tu·lli à torte, se quisso no
{{r|35}}Se Dio mi lasci passare a lo Clenchi,
giungeròtti colori in tralici».
poi cotanto
vienci ancoi, né sia Pirino rusto,
{{r|40}}ed adoc[c]hia non sia stimulata».
lo battisac[c]o trovai be·llavato,
e da capo mi pose la scena;
{{r|45}}e tut[t]o quanto mi fui consolato
ca sopra mi git[t]ò buona lena;
e unqua
«Ma-i fai
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