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(Nessuna differenza)

Versione delle 22:30, 17 giu 2010

- 64 — nella pacata luce, e Ia pena passata e it lungo tedio dei giorni grigi oblia che solo a gioco s’era offuscata, ed or con nuovo gioco si rinnovella e rifulge più pura. Ma il cor mi punge con tristezza amara che it di ripensa della gioia e l’alba luminosa e la speranza folle e sicura, quando con lieto viso, incontro al nuovo sole, levai ii primo canto, e la sua luce era certa promessa alla mia speme. E le dolci figure del mio sogno che appena avvicinate dileguaro tristi, perch’ io ver for fervidamente mi protendessi e in me le volessi, me stesso in loro tutto esauriva. Voter e non voter per piit volere mi trattenne sull’orlo della vita ad angosciarmi in aspettar mia volts, ed ai giochi d’amore ad aile imprese giovanili mi fete disdegnoso, a qual pro? Ma alla veglia dolorosa una fiamma splendeva e la nutriva una speme piit forte. Che se al lieto commercio e del piacere al giocondo convito imperioso battere mi togliea del mio volere impaziente, e mi togliea it fatale precipitar dell’ora nel futuro. pur m’indicava Ia mia ferma fede un giorno ed una gioia senza fine, e affrettava. Ahi, quando pur m’illude Ia mortale mia vista che -di fuor ci tinge certo, quanto ci manca sol perchè ci manca —