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altro nome: cupidità o cupidigia. Si può anzi dire che |
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questo nome non si dà mai all'avarizia che resta avarizia cioè mal tenere e mal dare. Cupidità è sempre l'avarizia germinante in colpa maggiore. Cupido è papa |
questo nome non si dà mai all'avarizia che resta avarizia cioè mal tenere e mal dare. Cupidità è sempre l'avarizia germinante in colpa maggiore. Cupido è papa |
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Niccolo, che e tra i simoniaci<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX#72|Inf. XIX 71}}.</ref>; cupide sono le vele del nuovo Pilato, che non è certo reo di solo mal tenere<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX#93|Purg. XX 93}}.</ref>; cupido è l'occhio della meretrice, la quale in senso proprio è almeno almeno come Taida che non rotola pesi ma è attuffata nello sterco<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXXII#153|Purg. XXXII 154}}.</ref>. Cupidigia è quella di Alberto Tedesco e di suo padre |
Niccolo, che e tra i simoniaci<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto XIX#72|Inf. XIX 71}}.</ref>; cupide sono le vele del nuovo Pilato, che non è certo reo di solo mal tenere<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX#93|Purg. XX 93}}.</ref>; cupido è l'occhio della meretrice, la quale in senso proprio è almeno almeno come Taida che non rotola pesi ma è attuffata nello sterco<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXXII#153|Purg. XXXII 154}}.</ref>. Cupidigia è quella di Alberto Tedesco e di suo padre<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VI#105|Purg. VI 104}}.</ref>; |
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e anch'essa non |
e anch'essa non è quell'avarizia, certo, che fa sozzi |
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in vita e bruni in morte. E in fine la cupidigia |
in vita e bruni in morte. E in fine la cupidigia è un |
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pelago in cui s'affondano i mortali<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso/Canto XXVII#120|Par. XXVIi 121}}</ref>, e la cupidità è quella che "si liqua" nell'iniqua volontà<ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso/Canto XV#3|Par. XV 3}}. Vedremo, che è di Aur. Aug. ''de lib. arb,'' III 48.</ref>. Inoltre è detta cieca, nel cominciarsi a parlar de'violenti<ref></ref><ref>{{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto XII#48|Inf. XII 49}}.</ref>, |
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pelago in cui s'affondano i mortali, (5) e la cupidita |
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e quella che " si liqua nell'iniqua volonta. (6) Inoltre |
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e detta cieca, nel cominciarsi a parlar de'violenti, (7) |
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(i) Inf. XIX 71. - (2) Purg. XX 93. - (3) Purg. XXXII 154. - |
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(4) Purg. VI 104. - (5) Par. XXVII 121. - (6) Par. XV 3. Ve- |
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dremo, che e di Aur. Aug. de lib. arb. Ill 48. - (7) Inf. XII 49. |