Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Francesco Monsignori: differenze tra le versioni

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VITA DI FRANCESCO MONSIGNORI, PITTORE VERONESE
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A olio poi nella chiesa della Madonna della Scala, all'altare della Santificazione, dipinse in un quadro un San Rocco a concorrenza del San Bastiano che, all'incontro, dipinse nel medesimo luogo il Moro; il quale San Rocco è una bellissima figura. Ma in San Bernardino è il meglio delle figure che facesse mai questo pittore, perciò che tutti i quadri grandi, che sono all'altare della croce, intorno all'ancona principale, sono di sua mano, eccetto quello dove è il Crocifisso, la Madonna e San Giovanni, che è sopra tutti gl'altri, il quale è di mano di Francesco suo maestro. A lato a questo fece Paulo due quadri grandi nella parte di sopra: in uno de' quali è Cristo alla colonna battuto e, nell'altro, la sua Coronazione dipinse con molte figure alquanto maggiori che il naturale. Più a basso nel primo ordine, cioè nel quadro principale, fece Cristo deposto di croce, la Madonna, la Maddalena, San Giovanni, Nicodemo e Giuseppo, et in uno di questi ritrasse se stesso tanto bene che par vivissimo, in una figura che è vicina al legno della croce, giovane, con barba rossa e con uno scuffiotto in capo, come allora si costumava di portare. Dal lato destro fece il Signore nell'orto con i tre Discepoli appresso, e dal sinistro dipinse il Medesimo con la croce in spalla, condotto al monte Calvario. La bontà delle quali opere, che fanno troppo paragone a quelle che nel medesimo luogo sono di mano del suo maestro, daranno sempre luogo a Paulo fra i migliori artefici. Nel basamento fece alcuni Santi dal petto in su, che sono tutti ritratti di naturale. La prima figura con l'abito di San Francesco, fatta per un beato, è il ritratto di fra' Girolamo Reccalchi, nobile veronese. La figura, che è a canto a questa, fatta per San Bonaventura, è il ritratto di fra' Bonaventura Riccalchi, fratello del detto fra' Girolamo. La testa del San Giuseppo è il ritratto d'un agente de' marchesi Malespini, che allora aveva carico dalla Compagnia della Croce di far fare quell'opera, e tutte sono bellissime teste. Nella medesima chiesa fece Paulo la tavola della capella di San Francesco, nella quale, che fu l'ultima che facesse, superò se medesimo. Sono in questa sei figure maggiori che il naturale. Santa Lisabetta del terzo Ordine di San Francesco, che è bellissima figura, con aria ridente e volto grazioso, e con il grembo pieno di rose, e pare che gioisca veggendo, per miracolo di Dio, che il pane che ella stessa, gran signora, portava ai poveri, fusse convertito in rose: in segno che molto era accetta a Dio quella sua umile carità di ministrare ai poveri con le proprie mani. In questa figura è il ritratto d'una gentildonna vedova della famiglia de' Sacchi. L'altre figure sono San Bonaventura cardinale e San Lodovico vescovo, e l'uno e l'altro frate di San Francesco. Appresso a questi è San Lodovico re di Francia, Santo Eleazaro in abito bigio, e Santo Ivone in abito sacerdotale. La Madonna poi, che è di sopra in una nuvola con San Francesco et altre figure d'intorno, dicono non esser di mano di Paulo, ma d'un suo amico che gl'aiutò lavorare questa tavola; e ben si vede che le dette figure non sono di quella bontà che sono quelle da basso. Et in questa tavola è ritratta di naturale madonna Caterina de' Sacchi, che fece fare quest'opera.
Paulo dunque, essendosi messo in animo di farsi grande e famoso, e perciò facendo fatiche intolerabili, infermò e si morì giovane di 31 anno, quando a punto cominciava a dar saggio di quello che si sperava da lui nell'età migliore. E certo, se la fortuna non si attraversava al virtuoso operare di Paulo, sarebbe senza dubbio arivato a quegl'onori supremi che migliori e maggiori si possono nella pittura disiderare. Per che dolse la perdita di lui non pure agl'amici, ma a tutti i virtuosi e chiunche lo conobbe, e tanto più essendo stato giovane d'ottimi costumi e senza macchia d'alcun vizio. Fu sepolto in San Polo, rimanendo imortale nelle bellissime opere che lasciò.
 
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