Epistolario di Renato Serra/A Emilio Lovarini - 14 settembre 1904: differenze tra le versioni

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La menzione di Dante e del Bocc. mi costringe a cercare di determinare i rapporti dei Trionfi con la Com. e l'Amorosa Visione - dalle quali egli ha ripreso la tradizione della poesia nobile in volgare. Le quali due opere ebbero una parte importantissima nella genesi dei Trionfi; i quali derivano essenzialmente dal {{TestoCitato|Divina Commedia/Inferno/Canto V|c.V. dell'Inferno}}, in cui D. affigurò la valle dell'Amore, piena di antichi e moderni innamorati. Il disegno è identico nei versi di D.; anime ... Ch'amor di nostra vita dipartille -, e del P.; vidi l'anime triste di coloro Ch'anzi tempo di vita eran divisi (corretto poi per scemare la somiglianza in: Che per sua man ...). - Ma il P. non conobbe, afferma il {{AutoreCitato|Giosuè Carducci|Carducci}} su la fede di una sua ep., la Com. prima del '59; il Trionfo d'Amore, sappiamo da una postilla autografa che fu incominciato qualche tempo prima del '57, mostra come possibile e probabile ch'ei conoscesse quel canto "staccato" (e questo ci spiega molte altre cose).
 
Da D. dunque prende la terzina, il disegno del Tr. d'Amore, le determinazioni astronomiche in principio dei canti (diverso dal Canz.) e molti ricordi dissimulati qua e là nei versi - che io raccordo, come mi pare, quasi tutti - e anche in certe rime nuovamente usate, che paion proprio un ricordo della Com. (l'abitudine delle rime è la stessa sì nel Canz. sì nei Tr., ma certe novità sembrano eco di Dante).
 
Poi istituisco un cfr. a bastanza minuto col Boccaccio; ambedue trattarono la stessa materia, ma quanta distanza!
 
{{Sezione note}}