Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/137: differenze tra le versioni

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{{pt|to mi hà inspirato dolcemente de carni porcine.|}}
mi hà inspirato dolcemente de carni porcine.
;Dionisio: Non starai cheto, se haverai de la trippa?
;Dionisio: Non starai cheto, se haverai de la trippa?
;Choro: Istizza le lampade accese, ò Iacco tù vieni squassandoti, ne le mani havendo la lucifera stella de lo notturno sacrificio con la sua fiamma: il prato è illuminato, i vecchi se ingenocchiano, tù cacci le tristitie, e la antichità de gli anni Saturnini con questo sacrato honore. e tù facendo lume con la lampada, guida fuori la chorea (la quale fà la gioventù beata) nanti a 'l campo paludoso, e florido dogni fiore.
;Choro: Istizza le lampade accese, ò Iacco tù vieni squassandoti, ne le mani havendo la lucifera stella de lo notturno sacrificio con la sua fiamma: il prato è illuminato, i vecchi se ingenocchiano, tù cacci le tristitie, e la antichità de gli anni Saturnini con questo sacrato honore. e tù facendo lume con la lampada, guida fuori la chorea (la quale fà la gioventù beata) nanti a 'l campo paludoso, e florido dogni fiore.
;Semichoro: Laudare bisogna: e scacciare fuora del nostro choro, ogniun che non partecipa de tali canti, e ogniun che de openione non è puro, ò non sà gli orgij de le generose muse, e non hà tripudiato: e non hà conpiuto i Bacchij de la lingua di Cratin taurifago: ò se diletta di furfantesche parole, che à questo tempo non ne satisfano: ò non hà disbrattato la odiosa seditione: ò non è facile à i citadini, ò fà isueggiare e turbare alcuno, desiderando i proprij guadagni: ò quel signore che per presenti e doni dà via è tradisce la cittade gia perturbata, ò tradisce la rocca, ò navi, ò manda secreti da lonfi da Egina: e è questo Toricione, il malo huomo eicostologo, ò che manda via pelli, e lini, e pece ne 'l Epidauro, ò conforta alcuno dar i danari de gli aversarij à le navi, ò scaccia via gli Hecatei con circulari chori cantando, {{pt||od essendo procuratore mangia le mercedi de i poeti, ne la comedia accusato ne li sacrificij patrij di Baccho. à questi dico, e torno à dire, e un'altra volta dico che staghino fuori de li chori sacerdotali. e voi eccitate il canto et le nostre notturne vigilie, quali convengono à questa festa.}}
;Semichoro: Laudare bisogna: e scacciare fuora del nostro choro, ogniun che non partecipa de tali canti, e ogniun che de openione non è puro, ò non sà gli orgij de le generose muse, e non hà tripudiato: e non hà conpiuto i Bacchij de la lingua di Cratin taurifago: ò se diletta di furfantesche parole, che à questo tempo non ne satisfano: ò non hà disbrattato la odiosa seditione: ò non è facile à i citadini, ò fà isueggiare e turbare alcuno, desiderando i proprij guadagni: ò quel signore che per presenti e doni dà via è tradisce la cittade gia perturbata, ò tradisce la rocca, ò navi, ò manda secreti da longi da Egina: e è questo Toricione, il malo huomo eicostologo, ò che manda via pelli, e lini, e pece ne 'l Epidauro, ò conforta alcuno dar i danari de gli aversarij à le navi, ò scaccia via gli Hecatei con circulari chori cantando,