Epistolario di Renato Serra/Alla madre - 3 giugno 1903: differenze tra le versioni

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<small>{{A_destra|Bologna, 3 giugno 1903.}}</small>
 
Cara mamma,
 
ho trovato ieri all'Università l'involto che mi avete spedito e la lettera di Nino. Vedo che tu sei inquieta, e aspetti da me per rabbonirti una lettera di scusa; - per tante cause di dispiacere che ti posso aver dato in questi giorni. Ma abbi pazienza, ho tanto da fare e tanto poco tempo, e poca disposizione al lavoro, che per non dover aspettare a scriverti un altro giorno, mi limito ad una cartolina. D'altronde per quel che ti devo dire non c'è bisogno di molte parole; che puoi ben capire quanto mi dispiaccia e mi addolori d'esser trascorso in quello che tu sai, e per la cosa in sè, e più per il dolore che può aver recato a voi altri.<ref>Si riferisce al giuoco d'azzardo con carte.</ref> E nè pure c'è bisogno ch'io ti dica quanto vivamente desidero e mi riprometto di farvi dimenticare quello che ho fatto male, con qualche cosa di meglio in avvenire; sai che posso commettere qualunque cosa, ma che vi voglio bene con tutta l'anima; sì che voglimi bene anche tu, e perdonami, e non pensarci più. Quanto alla bicicletta rassicurati che non è nè caduta nè fracassata; il suo cattivo stato dipende da cause intrinseche e non estrinseche. Del resto oramai mi sono rassegnato e non penso èpiù nè ad allenarmi nè ad adoperarla in nessun modo. Quanto agli esami e alle scuole non ho niente da dirti. Io sto bene; e così spero di voi. Sta' sana, da' un bacio per me al babbo a Nino alla Pia<ref>La sorella maggiore Pia, sposa a Ottavio Valducci di Cesena.</ref> e ricevine tanti dal tuo.
 
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|CapitoloPrecedente=Alla madre