Vita di Dante/Libro II/Capitolo IX: differenze tra le versioni

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O sangue de' Longobardi, pon giuso la sostenuta crudelità, e se alcuna cosa del seme dei Troiani e de' Latini avanza, dà luogo a lui; acciocchè quando l'alta aquila discendendo a modo di folgore sarà presente, ella veggia i suoi scacciati aguglini, e non<ref>Ho aggiunto questo ''non'', quantunque non sia nell'Ediz. del Witte; ma il senso non mi par correre senz'esso.</ref>veggia il luogo della sua propria schiatta occupato da giovani corbi. Fate dunque arditamente, nazione di Scandinavia, sicchè voi godiate la presenza (in quanto a voi appartiene) di colui, il cui avvenimento è meritevole. Non vi sottragga la ingannatrice cupidità, secondo il costume delle sirene, non so per qual dolcezza, mortificando la vigilia della ragione. Occupate, dunque, le facce vostre in confessione di soggezione di lui, e nel saltero della penitenza cantate; considerando che chi resiste alla podestà, resiste all'ordinamento di Dio; e chi al divino ordinamento repugna, è eguale allo impotente che ricalcitra, e duro è contro allo stimolo calcitrare.
 
Ma voi, i quali soppressi piangete, sollevate l'animo; imperciocchè presso è la vostra salute.... Perdonate, perdonate oggimai, o carissimi, che con meco avete ingiuria sofferta.... Da Iddio sì, come da un punto, si biforca la podestà di Pietro e di Cesare.... Vegghiate adunque tutti, e levatevi incontro al vostro re, o abitatori d'Italia; non solamente serbate a lui ubbidienza, ma come liberi il reggimento. Nè solamente vi conforto acciocchè vi leviate incontro; ma altresì che il suo aspetto abbiate in riverenza. Voi che bevete nelle sue fonti, e per li suoi mari navigate, e che calcate le reni dell'isole e le sommità delle alpi le quali sono sue, e che ciascune cose pubbliche godete, e che le cose private non altrimenti che con legame della sua legge possedete, non vogliate siccome ignari ingannare voi stessi.... Non riluce in maravigliosi effecti, Iddio avere predestinato il romano principe? E non confessa la chiesa con le parole di Cristo, essere poscia confermato in veritade?".
 
".... Costui è colui al quale Pietro, di Dio vicario, onorare ci ammonisce; il quale Clemente, ora successore di Pietro, per luce d'apostolica benedizione allumina, acciocchè ove 'l raggio spirituale non basta, quivi lo splendore del minor lume allumini"<ref>Witte, Lett.di Dante, Ep.V, pag.17.</ref>.
 
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