Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/80: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
m Edit by Alebot
Alebot (discussione | contributi)
m Edit by Alebot
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3632}}-->e’ non ''lexi'' come ''texi, rexi'' ec. ma ''legi'', ed è regolarissimo, e quello fu mio errore (8 ott. 1823).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|3632}}-->e’ non ''lexi'' come ''texi, rexi'' ec. ma ''legi'', ed è regolarissimo, e quello fu mio errore (8 ottobre 1823).




{{ZbPensiero|3632/1}} Alla p. 3624. Sempre questa voce ''vermiglio'', derivata certo dal latino, come mostrano le pagine 3514. fine, 3515. fine, e l’altre analoghe; derivatane molto ab antico, come mostra la p. 3623. fine, e l’altre analoghe; potrà e dovrà servire ad insegnare (ché forse per l’addietro non si sapeva, ''faute'' di non avere osservato le cose da me dette in proposito, e i generali su cui esse si fondano) e a provare che anticamente ancora, siccome oggi la cocciniglia, si usava di fare un color rosso carico, con non so quali vermicelli. E molto anticamente, perch’egli è anche a notare che sebbene l’origine di ''vermiglio, vermeil, vermejo'', e del suo presente significato, e il modo della traslazione di questo, e la cagion d’essa ec. è indubitatamente quella che abbiamo spiegato, nondimeno oggi le dette voci sono già passate non solo a significare qualunque color rosso acceso, ancorché non fatto con vermi, ma anzi piú volentieri (Vedi in <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3633}} particolare i Diz. franc). s’adoprano a significare un colorito naturale affatto che artifiziale; bench’elle per la loro etimologia, e propria forza, e primitiva qualità, non valgano a significare altro che un color fattizio, una tintura ec. Ma ora elle hanno mutato il loro valore nel detto modo, e ciò in tutte tre le lingue del pari, onde si rileva che questa medesima mutazione è bene antica (8 ott. 1823). Ed ella può anche servire a dimostrare assolutamente l’antichità della voce ec. ch’é ciò ch’io ho inteso di provare nel pensiero a cui questo si riferisce (8 ott. 1823).
{{ZbPensiero|3632/1}} Alla p. {{ZbLink|3624}}. Sempre questa voce ''vermiglio'', derivata certo dal latino, come mostrano le pagine 3514. fine, 3515. fine, e l’altre analoghe; derivatane molto ab antico, come mostra la p. 3623. fine, e l’altre analoghe; potrà e dovrà servire ad insegnare (ché forse per l’addietro non si sapeva, ''faute'' di non avere osservato le cose da me dette in proposito, e i generali su cui esse si fondano) e a provare che anticamente ancora, siccome oggi la cocciniglia, si usava di fare un color rosso carico, con non so quali vermicelli. E molto anticamente, perch’egli è anche a notare che sebbene l’origine di ''vermiglio, vermeil, vermejo'', e del suo presente significato, e il modo della traslazione di questo, e la cagion d’essa ec. è indubitatamente quella che abbiamo spiegato, nondimeno oggi le dette voci sono già passate non solo a significare qualunque color rosso acceso, ancorché non fatto con vermi, ma anzi piú volentieri (Vedi in <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|3633}} particolare i Diz. franc). s’adoprano a significare un colorito naturale affatto che artifiziale; bench’elle per la loro etimologia, e propria forza, e primitiva qualità, non valgano a significare altro che un color fattizio, una tintura ec. Ma ora elle hanno mutato il loro valore nel detto modo, e ciò in tutte tre le lingue del pari, onde si rileva che questa medesima mutazione è bene antica (8 ottobre 1823). Ed ella può anche servire a dimostrare assolutamente l’antichità della voce ec. ch’é ciò ch’io ho inteso di provare nel pensiero a cui questo si riferisce (8 ottobre 1823).