Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/130: differenze tra le versioni
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{{ZbPensiero|657/1}} Alla p. 653. Effettivamente la curiosità naturale, porta l’uomo, il fanciullo ec. a voler vedere, sentire ec. una cosa o bella, o straordinaria, o notabile relativamente all’individuo. Ma non lo stimola mica e non lo tormenta, per saper la cagione di quel tale effetto che gli è piaciuto di vedere, udire ec. Anzi l’uomo naturale ordinariamente, si contiene nella maraviglia, <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|658}} gode del piacere che deriva da lei, e se ne contenta. Cosí che la curiosità primitiva non porta l’uomo naturalmente, se non a desiderare e proccurarsi la cognizione di quelle cose, ch’essendo facili a conoscere (e l’uomo naturale desidera di conoscerle fino a quel punto fino al quale son facili), e quindi non essendo state nascoste dalla natura; la cognizione loro non nuoce all’ordine primitivo, non altera l’uomo, non isconviene alla sua natura, non pregiudica alla sua felicità e perfezione: non entrando quei tali oggetti nell’ordine delle cose che la natura ha voluto fossero sconosciute e ignorate. Cosí si vede anche negli altri animali (14 feb. 1821).<section end=3 /> |
{{ZbPensiero|657/1}} Alla p. {{ZbLink|653}}. Effettivamente la curiosità naturale, porta l’uomo, il fanciullo ec. a voler vedere, sentire ec. una cosa o bella, o straordinaria, o notabile relativamente all’individuo. Ma non lo stimola mica e non lo tormenta, per saper la cagione di quel tale effetto che gli è piaciuto di vedere, udire ec. Anzi l’uomo naturale ordinariamente, si contiene nella maraviglia, <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|658}} gode del piacere che deriva da lei, e se ne contenta. Cosí che la curiosità primitiva non porta l’uomo naturalmente, se non a desiderare e proccurarsi la cognizione di quelle cose, ch’essendo facili a conoscere (e l’uomo naturale desidera di conoscerle fino a quel punto fino al quale son facili), e quindi non essendo state nascoste dalla natura; la cognizione loro non nuoce all’ordine primitivo, non altera l’uomo, non isconviene alla sua natura, non pregiudica alla sua felicità e perfezione: non entrando quei tali oggetti nell’ordine delle cose che la natura ha voluto fossero sconosciute e ignorate. Cosí si vede anche negli altri animali (14 feb. 1821).<section end=3 /> |