Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/363: differenze tra le versioni

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avanza loro; e non temono la morte: e i vecchi la temono sommamente, e sono gelosissimi della propria vita, ch’é miserabilissima, e che ad ogni modo poco hanno a poter conservare. E cosí il giovane scialacqua il suo, come s’egli avesse a morire fra pochi dí, e il vecchio accumula e conserva e risparmia come s’avesse a provvedere a una lunghissima vita che gli restasse (24 ottobre 1822).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|2643}}-->avanza loro; e non temono la morte: e i vecchi la temono sommamente, e sono gelosissimi della propria vita, ch’é miserabilissima, e che ad ogni modo poco hanno a poter conservare. E cosí il giovane scialacqua il suo, come s’egli avesse a morire fra pochi dí, e il vecchio accumula e conserva e risparmia come s’avesse a provvedere a una lunghissima vita che gli restasse (24 ottobre 1822).


Cara spagn. cioè faccia, e cosí cera, e chère nello stesso senso, vengono dal greco. Vedi Perticari Apol. di {{AutoreCitato|Dante}} part.2. c. 5. not.1. p. 75 (28 ott. 1822).
Cara spagn. cioè faccia, e cosí cera, e chère nello stesso senso, vengono dal greco. Vedi Perticari Apol. di {{AutoreCitato|Dante}} part.2. c. 5. not.1. p. 75 (28 ott. 1822).


È bello a paragonare il luogo di {{AutoreCitato|Cicerone}} pro Archia da me recato altrove, sulla ristrettezza geografica {{ZbPagina|2644}} della lingua latina al suo tempo, col luogo di Plutarco sulla sua immensa propagazione a tempo di Traiano, il qual luogo è portato dal Perticari l. sop. cit. c. 8. princip. p. 88 (28 ottobre 1822). Vedi anche il med. Pertic. ib. p. 89. e 92-94.
È bello a paragonare il luogo di {{AutoreCitato|Cicerone}} pro Archia da me recato altrove, sulla ristrettezza geografica <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|2644}} della lingua latina al suo tempo, col luogo di Plutarco sulla sua immensa propagazione a tempo di Traiano, il qual luogo è portato dal Perticari l. sop. cit. c. 8. princip. p. 88 (28 ottobre 1822). Vedi anche il med. Pertic. ib. p. 89. e 92-94.


L’uomo odia l’altro uomo per natura, e necessariamente, e quindi per natura esso, sí come gli altri animali è disposto contro il sistema sociale. E siccome la natura non si può mai vincere, perciò veggiamo che niuna repubblica, niuno istituto e forma di governo, niuna legislazione, niun ordine, niun mezzo morale, politico, filosofico, d’opinione, di forza, di circostanza qualunque, di clima ec. è mai bastato né basta né mai basterà a fare che la società cammini come si vorrebbe, e che le relazioni scambievoli degli uomini fra loro, vadano secondo le regole di quelli che si chiamano diritti sociali, e doveri dell’uomo verso l’uomo (2 novembre dí de’ Morti. 1822). {{ZbPagina|2645}}
L’uomo odia l’altro uomo per natura, e necessariamente, e quindi per natura esso, sí come gli altri animali è disposto contro il sistema sociale. E siccome la natura non si può mai vincere, perciò veggiamo che niuna repubblica, niuno istituto e forma di governo, niuna legislazione, niun ordine, niun mezzo morale, politico, filosofico, d’opinione, di forza, di circostanza qualunque, di clima ec. è mai bastato né basta né mai basterà a fare che la società cammini come si vorrebbe, e che le relazioni scambievoli degli uomini fra loro, vadano secondo le regole di quelli che si chiamano diritti sociali, e doveri dell’uomo verso l’uomo (2 novembre dí de’ Morti. 1822). <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|2645}}<section end=3 />