Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/442: differenze tra le versioni

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é bene, in poi. Dove l’autore insomma viene a concludere che non esiste legge naturale, o secondo i Deisti che combatte, o anche, come pare, secondo la propria persuasione, giacch’egli ne vuol dedurre che non esiste regola di condotta, esclusa la religione, solo canone dei doveri morali. E nel principio propriamente del Capo 6. dice, l’uomo ha riconosciuto dovunque ed in qualunque tempo la distinzione essenziale del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto; e malgrado i vari errori nella estimazione degli atti liberi considerati come virtuosi o viziosi, non v’ebbe mai alcun popolo che confondesse le nozioni opposte del delitto e della virtú. Siamo d’accordo. Cosí nel bello, tutti hanno la nozione della convenienza, e nessuno ne ha il tipo. Ma stando cosí la cosa, le diverse opinioni non si possono chiamare errori, come voi fate; perché non esiste il tipo del buono morale; e perché non erra quell’etiope che crede la figura della sua nazione, la piú perfetta e la sola bella nel genere umano.
é bene, in poi. Dove l’autore insomma viene a concludere che non esiste legge naturale, o secondo i Deisti che combatte, o anche, come pare, secondo la propria persuasione, giacch’egli ne vuol dedurre che non esiste regola di condotta, esclusa la religione, solo canone dei doveri morali. E nel principio propriamente del Capo 6. dice, l’uomo ha riconosciuto dovunque ed in qualunque tempo la distinzione essenziale del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto; e malgrado i vari errori nella estimazione degli atti liberi considerati come virtuosi o viziosi, non v’ebbe mai alcun popolo che confondesse le nozioni opposte del delitto e della virtú. Siamo d’accordo. Cosí nel bello, tutti hanno la nozione della convenienza, e nessuno ne ha il tipo. Ma stando cosí la cosa, le diverse opinioni non si possono chiamare errori, come voi fate; perché non esiste il tipo del buono morale; e perché non erra quell’etiope che crede la figura della sua nazione, la piú perfetta e la sola bella nel genere umano.


Alla p.161. I fasti della rivoluzione abbondano di altre prove di quello ch’io dico, e dimostrano qual fosse l’assunto dei riformatori. Si eressero altari alla Dea ragione: Condorcet nel piano di educazione presentato all’Assemblea legislativa ai 21 e 22 Aprile 1792 proponeva l’abolizione e proscrizione anche della religion naturale, come irragionevole e contraria alla filosofia, e cosí di tutte le altre religioni. (Essai sur l’indifférence en matiére de religion Ch.5. presso alla fine, nota) Non parlo del {{ZbPagina|358}}
Alla p.161. I fasti della rivoluzione abbondano di altre prove di quello ch’io dico, e dimostrano qual fosse l’assunto dei riformatori. Si eressero altari alla Dea ragione: Condorcet nel piano di educazione presentato all’Assemblea legislativa ai 21 e 22 Aprile 1792 proponeva l’abolizione e proscrizione anche della religion naturale, come irragionevole e contraria alla filosofia, e cosí di tutte le altre religioni. (Essai sur l’indifférence en matiére de religion Ch.5. presso alla fine, nota) Non parlo del <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|358}}
nuovo Calendario, della festa all’Essere Supremo di Robespierre ec. In somma lo scopo non solo dei fanatici, ma dei sommi filosofi francesi o precursori, o attori, o in qualunque modo complici della rivoluzione, era precisamente di fare un popolo esattamente filosofo e ragionevole. Dove io non mi maraviglio e non li compiango principalmente per aver creduto alla chimera del potersi realizzare
nuovo Calendario, della festa all’Essere Supremo di Robespierre ec. In somma lo scopo non solo dei fanatici, ma dei sommi filosofi francesi o precursori, o attori, o in qualunque modo complici della rivoluzione, era precisamente di fare un popolo esattamente filosofo e ragionevole. Dove io non mi maraviglio e non li compiango principalmente per aver creduto alla chimera del potersi realizzare<section end=3 />