Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/55: differenze tra le versioni

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una perfezione comparativa fra i diversi generi di cose, dentro il sistema di questa tal natura, o modo universale di esistere: ma una perfezione comparativa assai larga, e molto meno stretta e precisa di quello che l’uomo e il vivente qualunque si figuri naturalmente; e non mai assoluta, perché assoluta non potrebb’essere se non in ordine al sistema intiero ed universale di tutte le possibilità. Questo pensiero ha bisogno di esser ponderato, svolto, dilatato, e rischiarato (1 Luglio 1821).
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1260}}-->una perfezione comparativa fra i diversi generi di cose, dentro il sistema di questa tal natura, o modo universale di esistere: ma una perfezione comparativa assai larga, e molto meno stretta e precisa di quello che l’uomo e il vivente qualunque si figuri naturalmente; e non mai assoluta, perché assoluta non potrebb’essere se non in ordine al sistema intiero ed universale di tutte le possibilità. Questo pensiero ha bisogno di esser ponderato, svolto, dilatato, e rischiarato (1 Luglio 1821).




{{ZbPensiero|1260/2}} A quello che altrove ho detto circa l’impossibilità di far bene quello che si fa con troppa cura, si può aggiungere quello che dice l’{{AutoreCitato|Alfieri}} nella sua Vita della ''matta attenzione'' ch’egli poneva a tutte le minuzie nelle sue prime letture e studi de’ Classici: e quello che ci avviene per esempionello studio delle lingue. Nel quale osservate che da principio per la somma attenzione che ponete a ogni menoma cosa, leggendo in quella tal lingua, vi riescono gli scrittori sempre (piú o meno) difficili. Laddove bene spesso, se si dà il caso, che {{ZbPagina|1261}} voi abbiate intralasciato per qualche tempo lo studio di quella lingua, e perduto l’abito di quella minuta attenzione, ripigliando poi a leggere in detta lingua qualche pagina, e credendo di trovarci maggior difficoltà per l’interrompimento dell’esercizio, vi trovate al contrario molto piú spedito di prima. Cosí pure, senza averla intralasciata, ma solamente pigliando a leggere qualche cosa in detta lingua non con animo di studio o di esercizio, ma solo di passare il tempo, o divertirvi, o in qualunque modo con intenzione alquanto, piú o meno, rilasciata. Cosí dopo avere o credere di aver già imparata quella lingua, quando leggiamo non piú come scolari, ma disinvoltamente e come semplici lettori. Nel qual tempo trovando forse difficoltà reali maggiori di quando leggevamo per istudio, non ci fanno gran caso, né c’impediscono e trattengono piú che tanto, né ci tolgono una spedita facilità. In somma non si arriva mai a leggere speditamente una lingua nuova, se non quando
{{ZbPensiero|1260/2}} A quello che altrove ho detto circa l’impossibilità di far bene quello che si fa con troppa cura, si può aggiungere quello che dice l’{{AutoreCitato|Alfieri}} nella sua Vita della ''matta attenzione'' ch’egli poneva a tutte le minuzie nelle sue prime letture e studi de’ Classici: e quello che ci avviene per esempionello studio delle lingue. Nel quale osservate che da principio per la somma attenzione che ponete a ogni menoma cosa, leggendo in quella tal lingua, vi riescono gli scrittori sempre (piú o meno) difficili. Laddove bene spesso, se si dà il caso, che <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1261}} voi abbiate intralasciato per qualche tempo lo studio di quella lingua, e perduto l’abito di quella minuta attenzione, ripigliando poi a leggere in detta lingua qualche pagina, e credendo di trovarci maggior difficoltà per l’interrompimento dell’esercizio, vi trovate al contrario molto piú spedito di prima. Cosí pure, senza averla intralasciata, ma solamente pigliando a leggere qualche cosa in detta lingua non con animo di studio o di esercizio, ma solo di passare il tempo, o divertirvi, o in qualunque modo con intenzione alquanto, piú o meno, rilasciata. Cosí dopo avere o credere di aver già imparata quella lingua, quando leggiamo non piú come scolari, ma disinvoltamente e come semplici lettori. Nel qual tempo trovando forse difficoltà reali maggiori di quando leggevamo per istudio, non ci fanno gran caso, né c’impediscono e trattengono piú che tanto, né ci tolgono una spedita facilità. In somma non si arriva mai a leggere speditamente una lingua nuova, se non quando<section end=2 />