Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/477: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
m Wikipedia python library
Alebot (discussione | contributi)
m Edit by Alebot
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{ZbPensiero|1179/1}} Non è verisimile che la lingua chinese si sia conservata la stessa per sí lunga serie di secoli, a differenza di tutte le altre lingue. Eppure i suoi piú antichi scrittori s’intendono mediante le stesse regole appresso a poco, che servono ad intendere i moderni. Ma la cagione è che la loro scrittura è indipendente quasi dalla lingua, come ho detto altrove, e (come pure ho detto) la lingua chinese potrebbe perire, e la loro scrittura conservarsi e intendersi né piú né meno. Cosí dunque io non dubito che la loro antica lingua, malgrado l’immutabilità straordinaria di quel popolo, se non è perita, sia certo alterata. Il che non si può conoscere, mancando monumenti dell’antica lingua, benché restino monumenti dell’antica scrittura. La quale ha patito bensí anch’essa, e va soffrendo le sue diversificazioni; ma i caratteri (indipendenti dalla lingua nel chinese) non essendo nelle mani e nell’uso del popolo, (massime nella China, {{ZbPagina|1180}} dove l’arte di leggere e scrivere è sí difficile) conservano molto piú facilmente le loro forme essenziali e la loro significazione, di quello che facciano le parole che sono nell’uso quotidiano e universale degl’idioti e de’ colti, della gente d’ogni costume, d’ogni opinione, d’ogni naturale, d’ogni mestiere, d’ogni vita, e accidenti di vita (A questo proposito ecco un passo di Voltaire portato dal {{AutoreCitato|Monti}} Proposta ec. vol. II, par.1. p. 159. ''Quasi tutti i vocaboli che frequentemente cadono nel linguaggio della conversazione, ricevono molte digradazioni, lo svolgimento delle quali è difficile: il che ne’ vocaboli tecnici non accade, perché piú preciso e meno arbitrario è il loro significato.'') E lo vediamo pur nel latino, perduta la lingua, e conservati i caratteri, quanto alle forme essenziali, e al valore. Cosí nel greco ec. Ora nella China, conservato l’uso, la forma, e il significato de’ caratteri antichi, è conservata la piena intelligenza delle antiche scritture, quando anche oggi si leggessero con parole e in
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1179}}-->{{ZbPensiero|1179/1}} Non è verisimile che la lingua chinese si sia conservata la stessa per sí lunga serie di secoli, a differenza di tutte le altre lingue. Eppure i suoi piú antichi scrittori s’intendono mediante le stesse regole appresso a poco, che servono ad intendere i moderni. Ma la cagione è che la loro scrittura è indipendente quasi dalla lingua, come ho detto altrove, e (come pure ho detto) la lingua chinese potrebbe perire, e la loro scrittura conservarsi e intendersi né piú né meno. Cosí dunque io non dubito che la loro antica lingua, malgrado l’immutabilità straordinaria di quel popolo, se non è perita, sia certo alterata. Il che non si può conoscere, mancando monumenti dell’antica lingua, benché restino monumenti dell’antica scrittura. La quale ha patito bensí anch’essa, e va soffrendo le sue diversificazioni; ma i caratteri (indipendenti dalla lingua nel chinese) non essendo nelle mani e nell’uso del popolo, (massime nella China, <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1180}} dove l’arte di leggere e scrivere è sí difficile) conservano molto piú facilmente le loro forme essenziali e la loro significazione, di quello che facciano le parole che sono nell’uso quotidiano e universale degl’idioti e de’ colti, della gente d’ogni costume, d’ogni opinione, d’ogni naturale, d’ogni mestiere, d’ogni vita, e accidenti di vita (A questo proposito ecco un passo di Voltaire portato dal {{AutoreCitato|Monti}} Proposta ec. vol. II, par.1. p. 159. ''Quasi tutti i vocaboli che frequentemente cadono nel linguaggio della conversazione, ricevono molte digradazioni, lo svolgimento delle quali è difficile: il che ne’ vocaboli tecnici non accade, perché piú preciso e meno arbitrario è il loro significato.'') E lo vediamo pur nel latino, perduta la lingua, e conservati i caratteri, quanto alle forme essenziali, e al valore. Cosí nel greco ec. Ora nella China, conservato l’uso, la forma, e il significato de’ caratteri antichi, è conservata la piena intelligenza delle antiche scritture, quando anche oggi si leggessero con parole e in<section end=2 />