Pagina:La secchia rapita.djvu/129: differenze tra le versioni
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XXIII.
185tal la gente del Po, che pria fuggiva
da la tempesta di Manfredi irato,
poiché Voluce anch’ei le soprarriva
e ’n lei doppia il terror freddo e gelato,
con disordine tal fuggendo arriva
190tra il popol di Fiorenza a destra armato,
che seco lo trasporta e lo sbarraglia
e lo fa seco uscir de la battaglia.
XXIV.
Segue Manfredi, e d’armi e di bandiere
resta coperto il pian dovunque passa;
195fende Voluce or queste or quelle schiere
e memorabil segno entro vi lassa,
Pippo de’ Pazzi e Cecco Pucci ei fere,
Beco Stradini e Pier di Casabassa.
Seco è il Duara, e per foreste e boschi
200fuggon dispersi i Ferraresi e i Toschi.
XXV.
Ma non fuggon cosí già i Perugini
né la cavalleria del Malatesta;
anzi, come fu noto a i pellegrini
fregi il Duara e a la pomposa vesta,
205l’arroncigliâr con piú di cento uncini
ne le braccia, né fianchi e ne la testa.
- Fate pian, grida Bosio, aiuto, aiuto;
non stracciate, ché ’l saio è di veluto:
XXVI.
fermate i raffi, ch’io mi do per vinto;
210non tirate, canaglia maledetta:
che malann’aggia il temerario instinto,
Perugini, ch’avete, e tanta fretta. -
Cosí dicendo fu subito cinto
e fatto prigionier da la cornetta
215del capitan Paulucci; indi legato
sopra un roncino a Crespellan menato.