Pagina:Letturecommediagelli.djvu/155: differenze tra le versioni
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Ma tanto lo impedisce, che l'uccide;</small></poem>}} |
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affermando l'avarizia essere un vizio tanto rio e tanto nocivo, ch'egli non lascia alcuno di quegli che la sèguitano, a chi ei non tolga la libertà e la ragione; onde ei divenga tale, che non operando in quel modo che si conviene alla natura sua, egli su possa dire che l'avarizia l'abbia morto; soggiugnendo quella esser di natura tanto malvagia e cattiva, ch'ella non solamente non sazia e non empie mai la sua avida e bramosa voglia, ma ella ha maggior fame, da poi ch'ella si è cibata, ch'ella non aveva prime, onde dice: |
affermando l'avarizia essere un vizio tanto rio e tanto nocivo, ch'egli non lascia alcuno di quegli che la sèguitano, a chi ei non tolga la libertà e la ragione; onde ei divenga tale, che non operando in quel modo che si conviene alla natura sua, egli su possa dire che l'avarizia l'abbia morto; soggiugnendo quella esser di natura tanto malvagia e cattiva, ch'ella non solamente non sazia e non empie mai la sua avida e bramosa voglia, ma ella ha maggior fame, da poi ch'ella si è cibata, ch'ella non aveva prime, onde dice: |
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{{Centrato|<poem><small>Ed ha natura sì malvagia e ria, |
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Ed ha natura sì malvagia e ria, |
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Che mai non empie la bramosa voglia, |
Che mai non empie la bramosa voglia, |
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E dopo il pasto ha più fame che pria;</small></poem>}} |
E dopo il pasto ha più fame che pria;</small></poem>}} |