Discorso sopra la Batracomiomachia: differenze tra le versioni

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Stazio volendo mostrare che i maggiori poeti, prima di esercitarsi in oggetti grandi, aveano preso a cantare cose basse e pedestri, citò la ''Zanzara'' di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} e la ''Batracomiomachia''<ref> Sed et Culicem legimus, et Batrachomyomachiam etiam agnoscimus. Nec quisquam est illustrium poetarum, qui non aliquid operibus suis stilo remissiore præluserit. Statius, Silv. Lib. 1, in præf. ad Stellam.
</ref>, con che diè a vedere che riguardava questo poema come opera di Omero, il quale solo potea citarsi al fianco di [[Autore:{{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio]]}}. L'autor greco della Vita di Omero attribuita ad {{AutoreCitato|Erodoto}}, dice che quel poeta compose la ''Batracomiomachia'', dopo l' ''Iliade'', e prima dell' ''Odissea'', nella terra chiamata Bolisso, vicino alla città di Chio, in casa del padrone del pastore Glauco. È inutile rammentare gli autori greci più moderni che attribuirono ad Omero la ''Batracomiomachia'', come Tzetze citato dal Bentley, che annovera la ''Battaglia dei topi'' fra le tredici opere lasciate, a suo dire, da Omero<ref>''Tzetzes'', Iliad. interpret. alleg. ap. Bentley Epist. ad Jo. Milium.</ref>; ed Apostolio, di cui ricorda il Labbé<ref>''Labbé'', Biblioth. nov. mss. librorum.</ref> alcuni versi politici in lode della ''Batracomiomachia''. Fra quelli che hanno scritto nelle lingue volgari, moltissimi hanno riguardato quel poema come parto veramente di Omero, e il Lavagnoli in una lunga prefazione premessa alla ''Batracomiomachia'' da lui tradotta, ha sostenuta con tutte le sue forze questa opinione. "Non potrebbe esser questo per avventura", dic'egli parlando di Omero, "un primo parto della sua mente? un esperimento che volle egli fare di sé medesimo in mira delle maggiori cose che divisava di scrivere?" Maittaire e {{AutoreCitato|Francesco Redi|Francesco Redi}} nell'Avvertimento premesso alla ''Guerra dei Topi e dei Ranocchi'' di [[Autore:Andrea del Sarto|Andrea del Sarto]], giudicano la ''Batracomiomachia'', produzione degna di Omero, e Pope dice che un grande autore può qualche volta ricrearsi col comporre uno scritto giocoso, che generalmente gli spiriti più sublimi non sono nemici dello scherzo, e che il talento per la burla accompagna d'ordinario una bella immaginazione, ed è nei grandi ingegni, come sono spesso le vene di mercurio nelle miniere d'oro.
 
Ciò è verissimo, ma prova solo che Omero poté scrivere un poema giocoso, non che egli è in effetto l'autore della ''Batracomiomachia''. Sarebbe un pazzo chi negasse la prima proposizione, non però certamente chi negasse la seconda, la quale ha avuti in realtà moltissimi oppositori. Proclo parla della ''Batracomiomachia'' come di opera attribuita ad Omero solamente da alcuni. "Scrisse", dic'egli di Omero<ref>''Proclus'', in Vita Homeri.</ref>, "due poemi: l' ''Iliade'' e l' ''Odissea''. Alcuni gli attribuiscono ancora dei poemi giocosi, cioè il ''Margite'', la ''Batracomiomachia'', l'''Entepazzio'', la ''Capra'', e i ''Cercopi vani''." Così anche Eustazio. Il primo dei due autori anonimi delle Vite di Omero, pubblicate dall'Allacci, sembra rigettare espressamente la ''Batracomiomachia'' come supposta e di autore differente da Omero, poiché dice di questo poeta: "Nulla gli si deve attribuire, fuorché l' ''Iliade'' e l' ''Odissea''. Gli Inni e gli altri poemi che gli si ascrivono, si hanno a tenere per opere di altri autori, a cagione della differenza, sì del carattere che della bellezza degli scritti. Alcuni gli vogliono attribuire anche due opere che vanno intorno coi titoli di ''Batracomiomachia'' e di ''Margite''. Quanto ai poemi che veramente gli appartengono, essi si cantavano un tempo qua e là spartitamente, e furono riordinati da Pisistrato l'Ateniese." E certamente, leggendo gli antichi scritti, si trova che l'antichità era in dubbio intorno all'autenticità della ''Batracomiomachia'', forse niente meno di quello che lo siamo noi al presente. Gli Scoliasti di {{AutoreCitato|Sofocle}}<ref>''Scholiastes Sophoclis'', ad Antigon. vers. 102.</ref> e di {{AutoreCitato|Euripide}}<ref>''Scho1iastes Euripidis'', ad Orest. vers. 786.</ref> citano la ''Batracomiomachia'' senza nominarne l'autore, con che sembrano dare a vedere di essere incerti intorno ad esso. Apollonio Discolo riporta un luogo della ''Batracomiomachia'' senza indicare né l'autore, né il poema<ref>''Apollonius Dyscolus'', De Syntaxi part. orat.</ref>: ma da ciò non si può cavare alcuna conseguenza, poiché egli cita più volte nella stessa guisa dei passi di Omero e di altri autori. Suida, parlando di Omero<ref>''Suidas'', in Lex. art. Ὅμηρος.</ref>, annovera la Miobatracomachia, così detta da lui, tra le sue opere dubbie, ed altrove<ref>''Idem'', l. c. art. Πίγρης </ref> di Pigrete Alicarnasseo, fratello della famosa Artemisia moglie di Mausolo, dice che compose il ''Margite'' e la ''Batracomiomachia''. E di questa lo stesso Pigrete è fatto autore da [[Autore:Plutarco|Plutarco]], il quale scrive di Erodoto<ref>''Plutarchus'', De Herodoti malignitate.</ref>: "Finalmente narra che a Platea i Greci, sedendo oziosamente, ignorarono sino al fine la battaglia; appunto come Pigrete fratello di Artemisia disse essere accaduto nel combattimento dei topi e delle rane, che egli per giuoco descrisse in versi; aggiungendo che gli Spartani a bella posta combatterono in silenzio, perché gli altri non avessero contezza della pugna." Enrico Stefano<ref>''Stephanus'', Schediasm. Lib. vi, Sched. 22.</ref> dice di aver veduto un esemplare della ''Batracomiomachia'', in cui questa attribuivasi a Pigrete di Caria. Di simiglianti esemplari fanno pur menzione il Labbé<ref>''Labbé'', Biblioth. nov. mss. lib.</ref> ed il Nunnes<ref>''Nunnes'', ad Phrynich. Dictiones Attic.</ref>, presso cui, dice il Fabricio<ref>''Fabricius'', Biblioth. Græc. Lib. II, cap. 2, § 1, edit. vet.</ref>, per errore di stampa si legge: Tigreti, in luogo di Pigreti. Ma in verità questo errore è dei Codici, non della stampa, e in un manoscritto Naniano si trova la ''Batracomiomachia'' con questo titolo: Ὁμήρου Βατραχομυομαχία ἐν δέ τισι Τίγρετος τοῦ Καρός "Batracomiomachia di Omero, o, come si legge in alcuni esemplari di Tigrete di Caria".