Pagina:Manzoni.djvu/188: differenze tra le versioni
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386 IL Manzoni Umramo. |
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st' ultimo, perciò, scrivendo a sua moglie sfogare un |
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po' di risentimento politico contro il Manzoni ed i suoi |
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amici: ‘ « Salutami gli amici, Grossi, Manzoni, e di’a |
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* Nell' anno 4832 (ll Camerini afferma nel 4834) troviamo È i |
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l’Azeglio stabilito in propria casa con la figlia primogenito di § |
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pp Alessandro Manzoni, la Giulia, che ebbee per padrino il Fauriel, " |
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divenuta sua moglie, intento a dlpinger quadri e a limare il Fic- fg |
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maiorca. « Le lettere (egli scrive ne' Miei Ricordi) erano rappre- Q |
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sentate in Milano da Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi, Tor- F |
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ti, Pompeo Litta, ec. Vivevano fresche memorie dell' epoca del - |
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Monti, Parini, Foscolo, Porta, (Pellico, di Verri ,_di Beccaria ;j àe = |
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per quanto gli eruditi od i letterati viventi menassero quella vita a |
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da sè, trincerata in casa ed un po' selvaggia, di chl non ama d’ea-· t g |
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ser seccato, pure a volerli, e con un po’di saper fare, c’or·ano, 1 |
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e si poteano vedere. lo mi trovavo portato in mezzo a loro come ‘ |
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genero di Alessandro Manzoni; conoscevo tutti, ma mi ero spe- |
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cialmente dimestioato con Tommaso Grossi, col quale ebbi stretta E |
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ed inalterata amicizia sino alla sua pur troppo precoce morte. A ; |
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lui ed a Manzoni specialmente, desideravo di mostrare il mio ,_ |
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l scritto e chiedere consigli, ma diQ nuovo mi era presa la trema- ( _ I |
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rella, non più pittorica, ma letteraria. Pure bisognava risolversi, V È |
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e mi risolsi; svelai il mio segreto, implorando pazienza, consiglio |
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e non indulgenza. Volevo la verità vera. Fischiata per tleoliiata, , § |
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meglio quella d' un paio d’amioi che quella del pubblico. Amici- il f |
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due credo che si aspettavano peggiodi quello che trovarono, a ; |
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vedere ll viso approvativo, ma un po' stupito, che mi fecero , 4; |
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quando lessi loro il mio romanzo, Diceva sorridendo Manzoni: Q |
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a Strano mestiere il nostro di letterato; lo fa chl vuole dall' oggi M ~ |
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al domani! Ecco qui Massimo: gli salta il grillo di scrivere un ro- -? |
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manzo, ed eccolo ll che non se la shriga poi tanto male. n Pare § |
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che il Manzoni abbia detto invece: ¤ Eccolo li che ci riesce, alla . |
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prima. »-Lo stupore del Manzonie del Grossi, del resto, aveva. z |
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; il suo fondamento, se o vero, come pare verissimo, quello che il |
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i signor Gaspare Barbera disse aver inteso dallo stesso D'Azegli0: V |
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i « Qaandoio scrissi (avrebbe detto l’Azaglio) laprima volta per |
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illustrare la Sacra di San Michele (che cfu stampata nel 4829), mi W |
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posi al lavoro dopo aver fatto raccolta di modi italiani, l quali mi |
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, pareva che dovessero fare un grande elfetto, sui lettori, pe ne |
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riempi! più che potei il mio scritto. Andate in quei giorni ailtii- |
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