Pagina:Manzoni.djvu/87: differenze tra le versioni

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eonferma pure il verso del Manzoni gioviuotto:
Spregio, non odio mai. ` ì
Per quale intima associazione d' idee non si po- È
trebbe ora ben d ire, il giovine Manzoni domanda
quindi all' Imbonati, se sia vero quello che di lui si
va dicendo, ch' egli abbia, cioe, disprezzato i poeti e
le Muse. Ma l' Imbonati è pronto a soggiungere che
gli furono venerandi e cari Vittorio Altieri e Giuseppe
Parini, ma ch" egli disprezza, invece, i poeti triviali,
arroganti, viziosi, di perduta fama, i quali fanno un È
a vergognoso mercato di lodi e di strapazzi, e dai quali
si attende una vecchiaia oscura se ignominiosa; e qui
forse il Manzoni mirava ancora al cavaliere storio-
grafo Vincenzo Monti od all' improvvisatore France-
sco Gianni che viveva ap Parigi, e metteva in verso i
i bollettini delle vittorie napoleoniche. La vecchiaia
»deil’ Autore della Bcssvilliana e della Masckeronìamz
Y fu, pur troppo, quale il Manzoni la pronostieava ai
« venali poeti, dai quali egli abborriva ; al Gianni fu
invece, dopo la caduta di Napoleone , conservata la ,
sualauta pensione. Udite, pertanto, le generose pa·
role delflmbonati, il Manzoni, proro1n`pe egli stesso
i ° e eonchiude stupendamente il Canto:
Gioia il eno dir mi prese, e non ignota ‘
Bìle destommi ; e replicai: dehl vogli
La via segnarmi, onde toccar la cima
Io possa, o far che, s’io cadro su l’ erta,
Dicasi almen: su l' orma propria ei giace.
` * Egli ricordava senza dubbio, in quel punto , il proprio già
citato Sermone contro i cattivi poeti; B