Pagina:Manzoni.djvu/77: differenze tra le versioni

ThomasBot (discussione | contributi)
m OCR start
ThomasBot (discussione | contributi)
m OCR result
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
annate AUT0Bl0GBAFlt'ŕ`Oh':A'w i il “ `75 `
{{OCR en cours}}
c tico o tinse o volle dimenticare il singolare desiderio
espressogli dall' amico, il quale dovette contentarsi di
, sentirsi chiamare semplicemente: Alessandro Manzoni.
annua dl duemila franchi, ll che non lmpedl, allo scoppiar della
rivoluzione, che ll Pladaro francese scrivesse le più ardenti odi it
rivoluzionarie. Ma il regno del Terrore lo spavento; ll Lebrun la-
mento allora la libertà perduta e l' umanità oltragglata. Passata la
tempesta rivoluzionaria, creato l' Institut National , et fu dc' primi fi
ad esservi accolto. Sotto il Direttorio, gli tu dato quartiere nel Lou-
vre, con una pensione annua di mille escudiçjìlìlapolecne, primo
console, la porto nel 4804 a seimila fra¤chi.`Negli ultimi anni gg;
della sua vita, il poeta perdette la vista; ma la ricupero, ln par-
` te, per le cure del dottor Forlenze, onde il Cournand componeva
. la graziosa strofa seguente:
D’sm nuage fatal tes yen: étaìent voilés ;
Forlenae, par seu art, te rcndìt la lumiere.
‘ En des sìecles plus reculés ",
Ce qu’ìl Bt pour Pìndaro, il Petit fait pour Homere. _ È
‘ Ma del benelìcio della luce il Lebrdn godette per poco tem- t
po, poiche mort nel mese di settembre dell' anno 4807. I critici È
contemporanei del Lebrun non lo stimavano inferiore al lirico
Giambattista Rousseau, specialmente per le due Odi al Buffon,
per l’ Ode sopra il vascello Le Yengeur, e per le sue traduzioni e l
imñazlonl delle Odi d' Orazio. Ebbi sotto gli occhi un ritratto del
poeta Lebrun, una figura nervosa , un profilo sottile, che non do..
veva inspirar molta simpatia; il Menzoniera tuttavia in quell' eta,
in cui tutti gli scrittori celebri sembrano degni d' essere amati,
quando incontrò il Lebrun; e però il 47 marzo dell' anno 4806
A scriveva da Parigi al suo amico Pagani: · Ieri ebbi l' onore diprau··
zare con un grande uomo, con un poeta sommo, con un lirico
trascendente, con Lebrun. Avendoml onorato dt un suo compc·—
uimento stampato, volle assolutamente scrivere sul? esemplare ,
che eonserverò per sempre: À. M. Beccaria. Ho avuto l' onore di
W imprimere due baci sulle sue smunte e scarnate guancia; e sono
stati per me più saporiti che se gli avessi colti sulle labbra di Ve-
nere. È un grande uomo , per Dio! Splacemi che le sue Odi sieno È
sparse e non riunite in un volume per potertele far conoscere; il
« suouome lo conoscersi certamente. Credlml che noi Italiani siamo
" alquanto lmpcrtlnontl, quando diciamo che non vl è poesia france-
Se. Io credo e oreder credoll vero, che noi non abbiamo (all’ore0·
e
t K
A a . .; . , , ,, M ,.,e i, W _,,, M, __