Trattato dei governi/Libro ottavo/X: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
CandalBot (discussione | contributi)
m Bot: aggiustamento parametri
CandalBot2 (discussione | contributi)
m Bot: fix Ac a un parametro
 
Riga 42:
Contuttociò pochi si raccontano, che per tali cagioni congiurino contra li principi, perchè in tali è di necessità farsi un presupposto: cioè che ei non si curano della loro salute, se e’ non conseguiscono il fine della impresa. E a tali bisogna, che sia infisso nell’animo il proposito di Dione, il quale è difficile che sia infisso nell’animo d’assai; imperocchè egli con pochi armati assaltò Dionisio, dicendo, che infino a dove e’ li fusse stato lecito d’ire innanzi in cotale impresa, di tanto si sarebbe contento; e pur che ei gli avesse potuto torre una spanna di terra che subito gli fusse venuta la morte, stimando una simile morte per onestissima.
 
Rovinano le tirannidi in un modo come tutti gli altri stati, cioè da cagione estrinseca, quando un governo più possente di lei l’è inimico, perchè la voglia di rovinarla sempre vi sarà per la contraria elezione del governo, e tutti quegli che han forza e possanza, si cavano le voglie che egli hanno. Sono contrarî il popolare stato, e la tirannide (siccome dice {{Ac|Esiodo|Esiodo}}) nel modo che è l’artefice all’altro artefice; conciossiachè l’ultimo stato popolare sia una tirannide, e il regno, e lo stato degli ottimati le sono contrarî per contrarietà vera di stato. Onde è che gli Spartani rovinarono molte tirannidi, e così li Siracusani in quel tempo che egli ebbero buon modo di vivere.
 
In un altro modo rovinano le tirannidi da loro stesse, cioè quando li partecipanti nella tirannide sono in parte, come avvenne nella tirannide di Gelone, e oggi in quella di Dionisio. Quella di Gelone rovinò, perchè Trasibulo fratello di Ierone avendo il figliuolo di Gelone indotto per via di piaceri ad acquistarsi popolare grazia, acciocchè egli si facesse principe, e gli amici, e familiari essendosi accozzati insieme, acciocchè la tirannide non si dissolvesse, ma sì Trasibulo, occorse, che gli nimici della tirannide unitisi, avutane simile occasione, gli cacciassino via tutti. E Dione a forza d’arme ne cacciò Dionisio, al quale era ei congiunto per parentado, avendo chiamato il popolo in suo favore, e egli vi restò morto.