Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/171: differenze tra le versioni

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tanti inconsueti omaggi, a tante garbatezze di lega signorile,
tanti inconsueti omaggi, a tante garbatezze di lega signorile, a tante sviscerate proteste, e a tante audaci preghiere e a tanto contorcersi e molleggiare di vite sottili e di gambe co’ calzoni alla pelle.
a tante sviscerate proteste, e a tante audaci preghiere
e a tanto contorcersi e molleggiare di vite sottili
e di gambe co’ calzoni alla pelle.


Tutti gli occhi si figgono avidamente là, su quella figura gentile, su quel bel viso, e vi restano fitti fin ch’ella dispare allo sguardo. Non sono pensieri, non sono immagini e desiderii di voluttà ch’ella ci desta in quei momenti; oh no; bensì ci mette in cuore come un desiderio stanco di pace e di affetto, una malinconia vaga, e ci sentiamo improvvisamente soli, abbandonati e scoraggiti. La donna ci richiama vivamente alla memoria le dolcezze quete e soavi della vita domestica, le quali, paragonate alla nostra dura vita di soldato, appunto in quell’ora, in quei momenti in cui di tal vita non si provano che le amarezze e i disagi, non le consolazioni, nè i fieri contenti; ci fan quasi parere d’essere infelici. Quel viso di donna ci ravviva in mente l’immagine di nostra madre e di nostra sorella o di qualche creatura più ardentemente cara, e, quando esso ci fugge dallo sguardo, noi chiniamo la testa, e pensiamo, e diventiamo tristi, e quelle tenebre par che ci pesino sul petto e ci mozzino il respiro, e guardiamo e riguardiamo il cielo se comincia a schiarire, e in quel malinconico vaneggiare della fantasia, ci pare che ci addormenteremmo così volentieri per sempre, vedendo comparire ancora una volta nostra madre e il sole...
Tutti gli occhi si figgono avidamente là, su quella
figura gentile, su quel bel viso, e vi restano fitti fin ch’ella
dispare allo sguardo. Non sono pensieri, non sono immagini
e desiderii di voluttà ch’ella ci desta in quei momenti;
oh no; bensì ci mette in cuore come un desiderio
stanco di pace e di affetto, una malinconia vaga, e ci
sentiamo improvvisamente soli, abbandonati e scoraggiti.
La donna ci richiama vivamente alla memoria le
dolcezze quete e soavi della vita domestica, le quali, paragonate
alla nostra dura vita di soldato, appunto in
quell’ora, in quei momenti in cui di tal vita non si provano
che le amarezze e i disagi, non le consolazioni, nè
i fieri contenti; ci fan quasi parere d’essere infelici. Quel
viso di donna ci ravviva in mente l’immagine di nostra
madre e di nostra sorella o di qualche creatura più ardentemente
cara, e, quando esso ci fugge dallo sguardo,
noi chiniamo la testa, e pensiamo, e diventiamo tristi, e
quelle tenebre par che ci pesino sul petto e ci mozzino
il respiro, e guardiamo e riguardiamo il cielo se comincia
a schiarire, e in quel malinconico vaneggiare
della fantasia, ci pare che ci addormenteremmo così volentieri
per sempre, vedendo comparire ancora una volta
nostra madre e il sole....


Il reggimento è fuor del villaggio. Sempre lo stesso buio e la stessa brezzolina. Di lumi non se ne parla più chè son tutti spenti da un pezzo. E dunque? Dovremo noi seguitare fino alla tappa il reggimento, con questo fresco e con questo buio, ed assistere al ripetersi di tutte le scene che abbiamo vedute fin qui? Quelli a cui garbi lo seguano; io lascio ch’ei faccia il suo cammino,
Il reggimento è fuor del villaggio. Sempre lo stesso
buio e la stessa brezzolina. Di lumi non se ne parla più
chè son tutti spenti da un pezzo. E dunque? Dovremo
noi seguitare fino alla tappa il reggimento, con questo
fresco e con questo buio, ed assistere al ripetersi di
tutte le scene che abbiamo vedute fin qui? Quelli a cui
garbi lo seguano; io lascio ch’ei faccia il suo cammino,