La Biennale di Dakar/Il contesto senegalese della Biennale di Dakar: differenze tra le versioni

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La Biennale di Dakar è un evento senegalese: nasce dalla volontà governativa, si allaccia alla tradizionale attenzione del paese verso le arti, è curato da artisti, intellettuali ed amministratori senegalesi e durante la settimana di apertura vede la partecipazione attiva di tutta la comunità culturale della città.
 
La volontà del governo senegalese di sostenere l’evento è il segreto e la garanzia della longevità di Dak’Art e la condizione indispensabile per la nascita e lo sviluppo di un mercato africano dell’arte; la Biennale è infatti il frutto di una precisa politica culturale volta a dare un’immagine positiva del paese all’estero, a rinforzare i legami con le nazioni dell’Africa e a promuovere l’economia del paese e del continente. Il presidente Diouf e Wade espressero esplicitamente durante i loro discorsi d’inaugurazione della Biennale di Dakar il loro pieno appoggio alla manifestazione definita una priorità per il governo senegalese<ref>Nel 1992 la prima edizione della Biennale cadde non a caso prima delle elezioni politiche ed il presidente Diouf fu subito accusato di promuovere la manifestazione culturale soltanto come strumento della campagna elettorale e per accattivarsi i senegalesi che da anni gli rimproveravano il suo totale disinteresse verso la cultura (Octavio Zaya, On Dak’Art 92 in “Atlantica” 1993, n. 5, p. 128 e Clementine Deliss, The Dakar Biennale ’92: Where Internationalism Falls Apart in “Third Text” 1993, n. 23, p. 140); durante l’inaugurazione di Dak’Art 2000, il neo-elettoneoeletto presidente Wade mostrò l’interesse dello Stato nel continuare a sostenere la Biennale (discorso di inaugurazione del presidente Wade, Dakar, 10/05/2000).</ref>.
 
La Biennale di Dakar si pose fin dal principio sulla scia aperta dal Festival Mondial des Arts Nègres, un evento divenuto leggendario e organizzato dal primo presidente del Senegal Léopold Sédar Senghor nel 1966: il festival aveva mostrato al mondo la ricchezza e la vivacità del passato e del presente africano; allo stesso modo la Biennale volle diventare un punto di riferimento per le arti visive nel continente. Lo stesso Senghor aveva poi posto le basi per lo sviluppo delle arti in Senegal creando istituzioni e strutture artistiche, e diffondendo le sue linee guida. Tutt’oggi l’ideologia si Senghor influenza il dibattito critico sull’arte e l’estetica dell’Africa.