Pagina:Muehlon - Dal diario d'un tedesco, Milano, 1918.djvu/16: differenze tra le versioni

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persuadersi che i belgi sarebbero altrettanto ostili ai francesi che a noi. Il Belgio non ebbe mai alcun timore più grande che quello di un’offesa della sua indipendenza o neutralità. Si può leggere in tutti i giornali, che prima della nostra invasione le disposizioni verso di noi non erano cattive. Ma, se pure l’opinione pubblica era francofila, credo impossibile che i belgi avessero fatto causa comune coi francesi. Essi non erano affatto persuasi che la Francia vincerebbe, e avrebbero avuto ogni motivo di temere la nostra vendetta. No, i belgi, come gli olandesi, erano decisi a mantenere la loro neutralità da tutte le parti; in caso si sarebbero piegati davanti ai tedeschi, la cui prepotenza temevano maggiormente.

persuadersi che i belgi sarebbero altrettanto ostili ai francesi che a noi. Il Belgio non ebbe mai alcun timore più grande che quello di un’offesa della sua indipendenza o neutralità. Si può leggere in tutti r giornali, che prima della nostra invasione le disposizioni verso di noi non- erano cattive. Ma, se pure l’opinione pubblica era francofila, credo impossibile che i belgi avessero fatto causa comune coi francesi. Essi non erano affatto persuasi che la Francia vincerebbe, e avrebbero avuto ogni motivo di temere la nostra vendetta.
No, i belgi, come gli olandesi, erano decisi a mantenere la loro neutralità da tutte le parti; in caso si sarebbero piegati davanti ai tedeschi, la cui prepotenza temevano maggiormente.


Un altro diceva: Dobbiamo aver fiducia nello Stato Maggiore, che sa perchè è entrato nel Belgio e non l’avrebbe fatto senza i più urgenti motivi. Probabilmente, minacciando i francesi dal confine Nord, si vuol obbligarli ad abbandonare l’idea della marcia verso l’Alsazia-Lorena e a volgersi al Nord. Quale confusione ciò produrrà ai francesi, Ella può comprenderlo, specialmente se noi irromperemo dalla parte dell’Alsazia-Lorena e prenderemo il nemico dai due lati. Forse si vuol tenersi sulla difensiva in Alsazia-Lorena e con minor spargimento di sangue giungere attraverso il Belgio a Parigi. Comunque, non dobbiamo criticare, ma subordinare le nostre idee. Io risposi: Forse possiamo attenderci vantaggi strategici dall’invasione del Belgio, ma io non sento nessuna ragione convincente della necessità di tale misura. È una cosa ben diversa. Il re del Belgio, un principe tedesco, disse giustamente che considerazioni strategiche non debbono prevalere su patti giurati. Del resto anche i vantaggi strategici vanno in gran parte perduti, se non si è sicuri di una marcia senza ostacoli.
Un altro diceva: Dobbiamo aver fiducia nello Stato Maggiore, che sa perchè è entrato nel Belgio e non l’avrebbe fatto senza i più urgenti motivi. Probabilmente, minacciando i francesi dal confine Nord, si vuol obbligarli ad abbandonare l’idea della marcia verso l’Alsazia-Lorena e a volgersi al Nord. Quale confusione ciò produrrà ai francesi, Ella può comprenderlo, specialmente se noi irromperemo dalla parte dell’Alsazia-Lorena e prenderemo il nemico dai due lati. Forse si vuol tenersi sulla difensiva in Alsazia-Lorena e con minor spargimento di sangue giungere attraverso il Belgio a Parigi. Comunque, non dobbiamo criticare, ma subordinare le nostre idee. Io risposi: Forse possiamo attenderci vantaggi strategici dall’invasione del Belgio, ma io non sento nessuna ragione convincente della necessità di tale misura. È una cosa ben diversa. Il re del Belgio, un principe tedesco, disse giustamente che considerazioni strategiche non debbono prevalere su patti giurati. Del resto anche i vantaggi strategici vanno in gran parte perduti, se non si è sicuri di una marcia senza ostacoli.


Un terzo mi diceva: Nulla importa se la marcia nel Belgio sia giusta o no, necessaria o arbitraria. L’importante è che noi siamo i più forti, mostrare ciò al mondo, e a chi avesse a dire qualcosa contro di noi battere sulla bocca finché tace. Chi parlava era uno dei tedeschi più educati e di più fine sentimento, che si possano incontrare, e inoltre, come le altre persone sopra accennate, in posizione eminente. Io gli risposi: Mi meraviglio come sia poco sviluppata in Germania la coscienza universale. Persino i romani 2000 anni fa non avrebbero potuto dominare con questi principii.
Un terzo mi diceva: Nulla importa se la marcia nel Belgio sia giusta o no, necessaria o arbitraria. L’importante è che noi siamo i più forti, mostrare ciò al mondo, e a chi avesse a dire qualcosa contro di noi battere sulla bocca finchè tace. Chi parlava era uno dei tedeschi più educati e di più fine sentimento, che si possano incontrare, e inoltre, come le altre persone sopra accennate, in posizione eminente. Io gli risposi: Mi meraviglio come sia poco sviluppata in Germania la coscienza universale. Persino i romani 2000 anni fa non avrebbero potuto dominare con questi principii. La loro forza non stava nei loro eserciti, ma nella loro onesta
La loro forza non stava nei loro eserciti, ma nella loro onesta