Pagina:Gli sposi promessi II.djvu/181: differenze tra le versioni

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si allontanava di galoppo, <ref>di ci v</ref> e stette li: <ref>un momen</ref> qualche tempo a <ref>gua</ref> seguirla col guardo a bocca aperta; altri non vide nulla, e si fermò per qualche tempo; altri che era accorso ad un
si allontanava di galoppo,<ref>di chi v</ref> e stette :<ref>un momen</ref> qualche tempo a<ref>gua</ref> seguirla col guardo a bocca aperta; altri non vide nulla, e si fermò per qualche tempo; altri che era accorso ad un punto della via, per cui la carrozza non era ancora passata,<ref>vide</ref> la vide venire, trascorrere, vide<ref>due bo</ref> una bocca d’arcobugio che usciva dallo sportello, e si ritirò tosto, fingendo di non nemmeno badato. Tornati poi a casa, raccontarono quello che avevano veduto; e si sparse la voce che qualche cosa era accaduta.<ref>La fattora del monastero tornata dalla sua faccenda</ref>
II bravo d’Egidio, quando sentì<ref>che tutto era [tranqui] tran</ref> tutto quieto intorno<ref>a se</ref> al suo nascondiglio, ne uscì per una parte<ref>opposta</ref> che dava su una via diversa, e con l’aria d’un uomo, che non ha intesa una novità, se ne andò a render conto al padrone dell’esito felice della spedizione. Egidio lo ricompensò<ref>con</ref> di quattrini e di lodi, e lo mandò tosto attorno,<ref>a sparger la voce a (''lacuna'') </ref> per raccontare la novella nel modo che ad entrambi e ai loro amici conveniva che fosse creduta, o almeno per<ref>con</ref> confondere il giudizio pubblico<ref>[ed impedire che] e star</ref> e stornarlo dalle congetture, che potevano condurlo alla verità. Il bravo<ref>presa</ref> tolse con sé, senza saperlo, quella dea che ha tanti occhi quante penne, e tante lingue quanti occhi, (e debb’essere una bella dea), e si<ref>mise</ref> avviò.<ref>Il cam</ref> Il campo più opportuno ad un tal uomo e ad un tale ufficio,<ref>era [in] nella</ref> la taverna, era allora<ref>disabitato</ref> deserto a cagione della<ref>fame [seria] cresciuta d</ref> carestia che di giorno in giorno cresceva e si diffondeva in tutte le parti del Milanese:<ref>Nessuno poteva più andare a mangiare e bere per divertimento quando queste opera</ref> mangiare e bere non era più per nessuno un oggetto di divertimento: era divenuto per tutti un bisogno difficile da soddisfare. Andò dunque in su la piazza, luogo sempre popolato di oziosi, ma più che mai in quell’anno calamitoso, in cui erano forzati all’ozio anche<ref>i [più faccendoni] più volonterosi</ref> i più operosi. Quella piazza di Monza, come tutte le piazze, tutte le vie, tutti i
punto della via, per cui la carrozza non era ancora passata, <ref>vide</ref> la vide venire, trascorrere, vide <ref>due bo</ref> una bocca d’arcobugio che usciva dallo sportello, e si ritirò tosto, fingendo di non aver
nemmeno badato. Tornati poi a casa, raccontarono quello che avevano veduto; e si sparse la voce che qualche cosa era accaduta. <ref>La fattora del monastero tornata dalla sua faccenda</ref>
II bravo d’Egidio, quando senti <ref>che tutto era [tranqui] tran</ref> tutto quieto intorno <ref>a se</ref> al suo nascondiglio, ne usci per una parte <ref>opposta</ref> che dava su una via diversa, e con l’aria d’un uomo, che non ha intesa una novità, se ne andò a render conto al padrone dell’esito felice della spedizione. Egidio lo ricompensò <ref>con</ref> di quattrini e di lodi, e lo mandò tosto attorno, <ref>a sparger la voce a (''lacuna'') </ref> per raccontare la novella nel modo che ad entrambi e ai loro amici conveniva che fosse creduta, o almeno per <ref>con</ref> confondere il giudizio pubblico <ref>[ed impedire che] e star</ref> e stornarlo dalle congetture, che potevano condurlo alla verità. Il bravo <ref>presa</ref> tolse con sé, senza saperlo, quella dea che ha tanti occhi quante penne, e tante lingue quanti occhi, (e debb’essere una bella dea), e si <ref>mise</ref> avviò. <ref>Il cam</ref> Il campo più opportuno ad un tal uomo e ad un tale ufficio, <ref>era [in] nella</ref> la taverna, era allora <ref>disabitato</ref> deserto a cagione della <ref>fame [seria] cresciuta d</ref> carestia che di giorno in giorno cresceva e si diffondeva in tutte le parti del Milanese: <ref>Nessuno poteva più andare a mangiare e bere per divertimento quando queste opera</ref> mangiare e bere non era più per nessuno un oggetto di divertimento: era divenuto per tutti un bisogno difficile da soddisfare. Andò dunque in su la piazza, luogo sempre
popolato di oziosi, ma più che mai in quell’anno calamitoso, in cui erano forzati all’ozio anche <ref>i [più faccendoni] più volonterosi</ref> i più operosi. Quella piazza di Monza, come tutte le piazze, tutte le vie, tutti i
campi della Lombardia presentava il più tristo spettacolo.
campi della Lombardia presentava il più tristo spettacolo.
Poveri <ref>che dopo</ref> di professione, che, <ref>domandando</ref> dopo d’avere invano domandato un soccorso ad uomini divenuti poveri anch’essi, stavano in fila l’uno appresso dell’altro appoggiati <ref>[al mur] al muro</ref> ad un muro {{Pt|so}}
Poveri <ref>che dopo</ref> di professione, che,<ref>domandando</ref> dopo d’avere invano domandato un soccorso ad uomini divenuti poveri anch’essi, stavano in fila l’uno appresso dell’altro appoggiati<ref>[al mur] al muro</ref> ad un muro {{Pt|so}}