Pagina:Salgari - Il re della montagna.djvu/6: differenze tra le versioni

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La sera del 30 dicembre 1796, quel gigantesco cono offriva uno spettacolo terribile. Immense nuvole, nere come la pece, spinte da un gagliardo vento che veniva dal Caspio, correvano all'impazzata sopra le cupe foreste, sopra le scabre cime, sopra le nevose vette, accavallandosi le une sulle altre, lacerandosi, mescolandosi e rimescolandosi, come se fra loro ferocemente combattessero.
La sera del 30 dicembre 1796, quel gigantesco cono offriva uno spettacolo terribile. Immense nuvole, nere come la pece, spinte da un gagliardo vento che veniva dal Caspio, correvano all'impazzata sopra le cupe foreste, sopra le scabre cime, sopra le nevose vette, accavallandosi le une sulle altre, lacerandosi, mescolandosi e rimescolandosi, come se fra loro ferocemente combattessero.


Fuggivano atterriti gli egagri dalle lunghe e robuste corna; schiamazzavano i falchi ed i merops, impotenti a lottare colle possenti ali della burrasca; calavano a stormi, nei piani inferiori, le aquile dal fulmineo volo; si celavano nelle caverne i banditi e si rinchiudevano nei tuguri i cacciatori; gemevano e si curvavano come fuscelli di paglia i vigorosi faggi, gli alti pioppi, i giganteschi platani dal fitto fogliame; ruggiva il vento giù negli spaventevoli abissi e attorno alle eccelse sommità, e là, in alto, fra le sbrigliate nubi, strideva o scrosciava il tuono.
Fuggivano atterriti gli egagri dalle lunghe e robuste corna; schiamazzavano i falchi ed i merops, impotenti a lottare colle possenti ali della burrasca; calavano a stormi, nei piani inferiori, le aquile dal fulmineo volo; si celavano nelle caverne i banditi e si rinchiudevano nei tuguri i cacciatori; gemevano e si curvavano come fuscelli di paglia i vigorosi faggi, gli alti pioppi, i giganteschi platani dal fitto fogliame; ruggiva il vento giù negli spaventevoli abissi e attorno alle eccelse sommità, e là, in alto, fra le sbrigliate nubi, strideva o scrocciava il tuono.