Pagina:Il Baretti - Anno III, n. 1, Torino, 1926.djvu/1: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 66: | Riga 66: | ||
a un attore come Ruggeri più materia di emozioni popolari che gli arzigogoli del ''Giuoco delle Parti''. E a Bracco noi non rimproveriamo di aver fatto del teatro vecchio, siamo desolati |
a un attore come Ruggeri più materia di emozioni popolari che gli arzigogoli del ''Giuoco delle Parti''. E a Bracco noi non rimproveriamo di aver fatto del teatro vecchio, siamo desolati |
||
che abbia voluto faro del teatro nuovo. |
che abbia voluto faro del teatro nuovo. |
||
<section end="s2" /> |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''Tignola, cenciaiuolo di Prato.'''}} |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''{{Tc|Tignola}}, cenciaiuolo di Prato.'''}} |
|||
Polche questa società di banchieri e di avventurieri |
|||
si faceva sempre più esigente, e voleva |
|||
Poichè questa società di banchieri e di avventurieri si faceva sempre più esigente, e voleva la crisi d’anima, e il dramma storico e il teatro all’aperto e i costumi di Caramba, {{ac|Sem Benelli|Benelli}} decise di chiudenti per essa in biblioteca. Allestì progetti mistici, adulteri quattrocenteschi, sogni di destini imperiali. In queste mistificazioni l’astioso estro del crepuscolare fallito ha cercato di disegnare la sua autobiografia, dando colori retorici alla propria mediocre perfidia. Ma la critica definitiva dell’eros Giannetto è stata detta da Tina di Lorenzo quando dimostrò identica con il suo temperamento femminile la mezza anima di questo fiorentinaccio, becero e fazioso. La storia di Sem è la storia di una scimmia di D’Annunzio e la sua malinconia lirica è disarmata da una grammatica rabbiosa o impotente. |
|||
la- crisi d’anima, e il dramma storico e il |
|||
teatro all’aperto e i costumi di Cnramba, Bend |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''Il padre del grottesco.'''}} |
|||
li deci>e di chiudenti per cs«a in biblioteca. |
|||
Allestì progetti mistici, aduttcrii quattrocenteschi, |
|||
Niccodemi è più un eclettico che un buongustaio. Cosi por quasi dieci anni è stato il più tipico o fortunato scrittore italiano di teatro ed è infatti un drammaturgo di importazione. La casa produttrice si chiama Bernstein-Réjane. Senza la {{wl|Q596355|Réjane}} e il noviziato parigino gli italiani non avrebbero conosciuto questo curioso avventuriero del teatro, cinico dell’abilità giornalista del palcoscenico: un vero prodotto di lusso. Ma Niccodemi non ha nel sangue la brutale e meccanica mondanità delle belle tradizioni parigine; il suo è un giuoco rude e sterile di combinazioni ora troppo goffo, ora poco |
|||
’ogni di destini imperiali. In questo mistificazioni |
|||
agili. Gli manca un pubblico che secondi e sottolinei il manierismo della sua malizia; ed è costretto allora a farsi tribuno militante, a prendere sul serio le tesi sociali del ''Titano'' e della ''Eletta'' o il sentimentalismo balordo di ''Scampolo'' e della ''Maestrina''. |
|||
l’astio’o estro del avp;.scolare fallito |
|||
ha cercato di disegnare h. sua autobiografia, |
|||
Il suo cinismo lo porterebbe a restare osservatore dei suoi pers a schernirli capricciosamente. Conoscendo i goffi artifici e le sfrontate esibizioni del teatro e degli spettatori, Niccodemi li ha trattati come materia ignobile di speculazione, ha fatto del rancido sentimentalismo con una bestemmia a fior di labbra, ed |
|||
dando colori retorici alla propria mediocre perfidia. |
|||
è stato galantuomo almeno nel profanare i sogni d’arte ipocriti con una grottesca ironia. |
|||
Ma la critica definitiva dell’ero? Giannetto |
|||
è stala detta da Tina di Lorenzo |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''Un figlio di guerra'''}} |
|||
quando dimostrò id-litica con il suo temperamento |
|||
fcmminilo la nu-zza anima di questo fiorentinaccio, |
|||
Gli successe un ragazzo più svelto di lui: del grottesco e dell’ironia costui fece una nuova poetica. Al suo grottesco trovò un titolo da provinciale sentenzioso: ''la maschera e il volto'' e cominciò a spacciarne la formula come sperimentale. Il |
|||
becero o fazioso. La storia di Sem è |
|||
teatro italiano era finalmente nato. La formula, per arricchiti di guerra e allievi di {{wl|Q246994|Hennequin}} e Weber era questa: una situazione borghese elementarissima + battute rapidissime + definizioni filosofiche bolse + cretinismo |
|||
In storia di una scimmia di D’Annunzio e la sua |
|||
sentimentale + ventidue o ventitré tradimenti + balli + musica + allegria; previste le scene vuote, le papere degli attori, le bucce di arancio del loggione, tutto al superlativo, tutto |
|||
malinconia lirica è disarmata da una grammatica |
|||
in violenta esuberanza e in elettrizzante disordine. Per la prima volta le classi dirigenti italiane si vedevano diventate centro del giuoco, potevano immaginarsi di interloquire nello spettacolo serale o di importare il pariginismo ambiguo dei loro salotti equivoci nello sfondo di una scena classica. Chiarelli era un perfetto professore di belle maniere. Se si vuole il segreto della fortuna ili questo scrittore mediocre, più noioso di Cavacchioli e di Antonelli, bisogna pensare che egli ebbe il genio della moda e il gusto del pettegolezzo, come un banchiere |
|||
rabbiosa o impotonto. |
|||
improvvisato in anni di inflazionismo monetario. |
|||
Il padre del grottesco.Viccodemi è più un eclettico cho un buongustaio. |
|||
Cosi por quasi dicci nimi è utato il |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''Benelli a Cuneo'''}} |
|||
pi»’ tipico o fortunato scrittore itnliano di teatri |
|||
• od è infatti un drammaturgo di importarione. |
|||
Nella vita italiana come tutti sanno ha importanza il regionalismo, amore del campanile; ogni provincia vuole avere il suo D’Annunzio: Cuneo ebbe {{wl|Q3877146|Nino Berrini}}, che oggi non dedica più i suoi versi a Giovanni Giolitti. Berrini veramente non copiò D’Annunzio: si accontentò di Benelli come modello mezzano. Noi abbiamo conosciuto Berrini prima che fosse celebre, quando si destreggiava tra le attrici, critico drammatico e drammaturgo ''in nuce''. Una nostra indiscrezione ora ci parrebbe quasi un tradimento perchè lo abbiamo stimato un rude e resistente lavoratore sin da quando preparava le sue campagne liriche e ci sapeva dire esattamente di quante parole dovesse comporsi un |
|||
La casa produttrice si chiama BernsteinUéjauc. |
|||
atto comico gradito al pubblico e quanti minuti convenisse durassero le scene e in quanti versi dovesse stare una parlata d’amore. Berrini sa molto bene che il teatro italiano è una mistificazione, un campo aperto al primo occupante: gli basta pensare che per qualche anno toccò proprio a lui la parte del caposcuola. |
|||
Senza la Hcjnnc e il noviziato parigino |
|||
gli italiani non avrebbero conosciuto quc.ly curii |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''Liolà a Corte'''}} |
|||
so avventuriero del teatro, cinico dell’abilità |
|||
gicrnblisU del palcoscenico: un vero prodotto |
|||
Pirandello invece cominciò sdegnando gli onori. Faceva il rivoluzionario o voleva vedersi intorno soltanto dei giovani. Pareva uno spirito bizzarro: un siculo nomade, non di parte saracena come Borgese, ma dei più antichi autoctoni appena grecizzato. Dovendo staro a Roma, si teneva guardingo e sospettoso in aperta campagna e si divertiva in maldicenze contro i potenti. |
|||
di lusso. Ma Niccodemi non ha nel sangue la |
|||
’brutale e meccanica mondanità delle belle tradizioni |
|||
Questo professore di maestre tra la correzione di un compito o un motto di spirito veniva scrivendo certo novello argute che tra i suoi contadini di Girgenti sono quasi un patrimonio avito: |
|||
parigine; il suo è un giuoco rude e uterilo |
|||
novelle di creature derelitte; e nel tono del raccontatore sapeva introdurre il patetico della sua rassegnazione languida di maestro, vittima negletta della società. Se si vuol dire il vero, da questa prosa nata nella provincia più disgraziata |
|||
di combinazioni ora troppo goffo, ora poco |
|||
d’Italia, la «letteratura nazionale» era ancor più lontana che dalla robusta vena epica di {{AutoreCitato|Giovanni Verga|Verga}}. |
|||
agili. Gli manca un pubblico che secondi c uottolinei |
|||
il manrlc-vismo della sua malizia; ed è |
|||
E quando tentò il teatro, sempre tra un dovere d’ufficio e uno svago letterario, come per aiutarsi a vincere senza impazienze il suo gramo destino Pirandello fece ancora del teatro dialettale. Quasi fu per amore e fedeltà ad un suo conterraneo, |
|||
costretto allora a farsi tribuno militante, a prendere |
|||
{{Wl|Q588055|Angelo Musco}}. E infatti di ''Liolà'', prima |
|||
sul‘serio le tesi sociali del Titano e della |
|||
commedia pirandelliana, Angelo Musco, che non era ancora un comico sciupato dal pubblico dello grandi metropoli, fece la sua creazione più bella, tra il melanconico, il tragico e l’antico. |
|||
I i.ddta o il senti men tale snio balordo di Svampalo |
|||
e della Maestrina. |
|||
''Liolà'' è un mito solare, un festoso trionfo di popolo, uno schietto canto fiabesco. Una ''Mandragola'' agreste, vissuta nella malizia del villaggio, trasformata in un canto epico alla fecondità. È probabile che Pirandello metta oggi ''Liolà'' tra le opero rifiutate: non l’ha ristampata e Tilgher, suo interprete autorizzato, non ne ha mai fatto cenno. |
|||
Il suo finiamo lo pollerebbe a restare osservatore |
|||
dei suoi {MM’soimggi a schernirli capricciosamente. |
|||
Ormai Pirandello è sicuro di essere diventato il poeta di una nuova civiltà, il relativismo. Gli hanno fatto inventare il teatro della doppia verità più antico di Shakespeare. È vero che |
|||
Conoc-c. lido i goffi artifici e le sfron’tate esibizioni del teatro e degli spettatori, |
|||
alla sua sveltezza di siciliano è riuscito talvolta specialmente nei ''{{Tc|Sei personaggi in cerca d'autore|Sei personaggi in cerca di autore}}'', di trovare toni modernissimi di ''poeta della dialettica'', ma questo è un giuoco troppo arrischiato e sottile perchè giovi ripeterlo. |
|||
Niccodemi li ha trattati come materia ignobile |
|||
di speculazione, ha fatto del rancido sentimentalismo |
|||
''Vestire gli ignudi'', ''La vita che ti diedi'', ''Ciascuno a sua modo'' e prima ''Il giuoco della parti'', ''Enrico IV'' ecc. mostrano un Pirandello aulico e pedante che rovesciando le formule tradizionali crede di aver scoperto un filone di poesia. Tolto alla sua malinconia incolta patetica e agreste, portato in mezzo ai problemi contemporanei che non intende, Pirandello si è fatto futurista e profeta di dinamismo: il suo dialogo è diventato polemico, giornalistico, e spoglio di candore e |
|||
oon una bestemmia a fior di labbra, od |
|||
ò «-rato galantuomo almeno nel profanare i oogn |
|||
d’arto ipocriti con una grottesca ironia. |
|||
Un figlio di guerra |
|||
Gli successo un ragazzo più svelto di lui: del |
|||
grottesco e dell’ironia costui fece una nuova |
|||
poetica. Al suo grottesco trovò un titolo da |
|||
provinciale sentenzioso: ha maschera e il volto |
|||
e cominciò a spacciarne la formula come sperifi.l’Sii |
|||
teat-cr- italiano era finalmente nato!.? |
|||
formula, per arricchiti di guerra e allievi di |
|||
Hennoquin e Weber era questa: una situazione |
|||
borghese elomentarltsima + battute rapidissimo |
|||
- definizioni filosofiche bolso + cretinismo |
|||
uentinicntale + ventidue o ventitré tradimenti |
|||
+ balli + musica-f allegria; previsto le |
|||
sceno vuote, 1e papere degli attori, 1e bucce di |
|||
arancio del loggione, tutto al.superlativo, tutto |
|||
in violenta esuberanza e in elettrizzante disordine. |
|||
Per la prima volta le risosi dirigenti italiane |
|||
si vedovano diventate centro del giuoco, |
|||
potevano immaginarsi di interloquire nello spettacolo |
|||
serale 0 di importare il pariginismo ambigiio |
|||
dei loro salotti equivoci nello sfondo di |
|||
una scena classica. Chiarelli era un perfetto |
|||
professore di belle maniere. Se si vuole il segreto |
|||
drlln fortuna ili questo ucrittoro mediocre, |
|||
più noioso di Cavacchioli e di Antonclli, |
|||
bisogna pensare che egli ebbe il genio della moda |
|||
e il gusto del pettegolezzo, conie un banchiere |
|||
improvvisato in anni di inflazionismo |
|||
monetario. |
|||
Benelli a Cuneo |
|||
Nella vita italiana come tutti sanno ha importanza |
|||
il regionalismo, amore del campanile; |
|||
ogiri provincia vuole avere il suo D’Annunzio: |
|||
Cuneo ebbe Nino Bcrrini, ehe oggi non dedica |
|||
più i suoi versi a Giovanni Giolitti. Bcrrini |
|||
veramente non copiò D’Annunzio: si accontentò |
|||
di Benelli come modello mezzano. Noi abbiamo |
|||
conosciuto Bcrrini prima che fosse celebre, |
|||
quando oi destreggiava tra le attrici, critico |
|||
drammatico e drammaturgo in mice. Una nostra |
|||
indiscrezione ora ci parrebbe quasi un tradimento |
|||
perchè lo abbiamo stimato un rude c |
|||
resistente lavoratore sin da quando preparava |
|||
1e silo campagne liriche e ci uapeva diro esattamente |
|||
di quante parole dovesse comporsi un |
|||
atto comico gradito al pubblico e quanti minuti |
|||
convenisse durassero le scene e in quanti versi |
|||
dovesse sfare una parlata d’nmore. Berrini sa |
|||
mollo bone ehe il teatro italiano è una mistificazione, |
|||
un campo aperto al primo Occupante: |
|||
gli basta pensare eh? per qualche anno toccò |
|||
proprio a lui la parte del caposcuola. |
|||
Liolà a Corte |
|||
Pirandello invoco cominciò sdegnando gli c. |
|||
nori. Faceva il rivoluzionario o voleva vedersi |
|||
intorno soltanto dei giovani. Pareva uno spirito |
|||
bizzarro: un siculo nomade, non di pariti «aracena |
|||
come Borges», ma dei più antichi autoctoni |
|||
appena grecizzato. Dovendo staro a Roma, |
|||
si teneva guardingo e sospettoso in aperta campagna |
|||
e si divertiva in maldicenze contro i |
|||
potenti. |
|||
Questo professore di maestre tra la correzione |
|||
di un compito o un motto di spirito veniva |
|||
scrivendo corto novello arguto cho tra i suoi contadini |
|||
di Girgenti sono quasi un patrimonio uvito: |
|||
novello ih creature derelitto; e nel tono del |
|||
raccontatore saj)eva introdurre il patetico della |
|||
sua rassegnazione languida di maestro, vittima |
|||
negletta della società. Se si vuol dire il vero, da’ |
|||
questa prosa nata nella provincia più disgraziata |
|||
d’Italia, la «letteratura nazionale» era |
|||
ancor più lontana che dalla robusta vena epica |
|||
di Verga. |
|||
L quando tentò il teatro, sempre tra un dovere |
|||
d ufficie e uno svago letterario, come por |
|||
aiutarsi a vincere senza impazienze il auo gramo |
|||
destino Pirandello foce ancora del teatro dialettale. |
|||
Quasi fu per amore e fedeltà ad un suo conterraneo, |
|||
Angelo Musco. E infatti di Liolà, prima |
|||
comm.dia pirandelliana. Angelo Musco, cho |
|||
non era ancora un comico sciupato dal pubblico |
|||
dello grandi metropoli, fece la sua creazione |
|||
più bella, Ira il melanconico, il tragicoe l’antico. |
|||
Liolà è un mito solare, un festoso trionfo di |
|||
jxipolo, uno schietto canto fiabesco. Una Mandragola |
|||
agreste, vissuta nella malizia del villaggio, |
|||
trasformata in un canto epico alla feeondilà |
|||
E’ probabile eh* Pirandello metta |
|||
oggi Liolà tra le opero rifiutato non l’ha |
|||
ristampata e Tilghcr, suo interprete autorizzato, |
|||
non no ha mai fatto cenno. |
|||
Ormai Pirandello è sicuro di essere diventato |
|||
il poeta di ima nuova civiltà, il relativismo. |
|||
G!i hanno fatto inventare il teatro della doppia |
|||
verità.più antico di Shakespeare. E’ vero cho |
|||
alla sua sveltezza di siciliano è riuscito talvolta |
|||
specialmente nei Sei personaggi in cerca di autore |
|||
di trovare Ioni modernissimi di poeta della, |
|||
dialettica, ma questo è un giuoco troppo arrifchiAto |
|||
e sottilo perchè giovi ripeterlo. |
|||
Vestire gli ignudi, La vita che ti diedi, Ciascuno |
|||
a sua modo e prima // giuoco della parti, |
|||
Purica IV ece. mostrano un Pirandello aulico ó |
|||
pedante cho rovesciando 1e formulo tradizionali |
|||
crede di aver scoperto un filone di poema. Tolto |
|||
alla sua malinconia incolta patetica e agreste, |
|||
portato in mezzo ai problemi contemporanei chi |
|||
non intende, Pirandello si è fatto futurista e |
|||
profeta di dinamismo: il suo dialogo è diventato |
|||
polemico, giornalistico. e spoglio di candore e |
|||
il suo mondo si è popolato di sradicati o di giocolieri. |
il suo mondo si è popolato di sradicati o di giocolieri. |
||
6 |
|||
Rosso di San Secondo, satiro |
{{ct|t=2|v=2|'''Rosso di San Secondo, satiro'''}} |
||
Se Pi randello è un passato, Rosso di San Secondo |
|||
Se Pirandello è un passato, {{wl|Q3902928|Rosso di San Secondo}} non è più una promessa. La tragedia del mediterraneo, ci è diventata stucchevole. Sappiamo troppo bene che tutto il suo teatro non gli è servito che a corteggiare attrici. Nel dissidio tra l’''ardore dello zolfo'' e le ''brume dei giardini nordici'' ha espresso la più frenetica storia di fatti personali. Ha sognato ville lussuriose, appagamenti voluttuosi, folli avidità: ha cantato l’angoscia di ''non poter sensualmente chiudere la primavera in un sapor delta bocca, in un fremito di narici''. |
|||
non è più una promessa. La tragedia del |
|||
mediterraneo, ci è diventata stucchevole. Sappiamo |
|||
Chi ricorda un Rosso di San Secondo lirico di fini sorrisi e di perplessità di vagabondaggio trova noi suo lontra soltanto l’impotenza di un Satiro scatenato. |
|||
troppo bene che tutto il suo teatro non |
|||
gli è servito che a corteggiare attrici. Nel dissidio |
|||
{{ct|t=2|v=2|'''Conclusione'''}} |
|||
tra l’ardore dello zolfo e le brume dei |
|||
Ora se tali sono i capiscuola diteci voi, lettori, quali saranno i giovani, quali le promesse e il clima del teatro italiano. |
|||
giardini nordici ha espresso la più frenetica etona |
|||
di fatti personali. Ha -sognato villo lussurio, |
|||
{{a destra|SILVIO ALFIERE.}}<section end="s2" /> |
|||
«c. appagamenti voluttuosi, folli avidità: ha |
|||
cantato l’angoscia di non poter sensualmente |
|||
chiudere la primavera in un sapor delta bocca, |
|||
ai un fremito di narici. |
|||
Chi ricorda un Rosso di San Secondo lirico di |
|||
fini sorrisi e di perplessità di vagabondaggio trova |
|||
noi suo lontra soltanto l’impotfnra di un Satiro |
|||
scatenato. |
|||
Conclusione ’ |
|||
Ora se tali sono i capiscuola diteci voi, lettori |
|||
1,, 1 rn,lno i giovani, quali le promesso e il |
|||
dima del teatro Italiano. |
|||
SILVIO ALFIERE. |
|||
1926 |
1926 |
||
Noi 1320 il Baretti sarà una Rivista agile, spregiudicala, |
Noi 1320 il Baretti sarà una Rivista agile, spregiudicala, |