Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/88: differenze tra le versioni

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Quante gradite impressioni desta in me questa parola! Ricordi di piccole amiche e di maestre, di piccoli odii e di piccoli amori; rimembranze della scuola, di giuochi, di gioie e di dolori; paesaggi fuggenti, tremuli nella verde nebbia di un passato indistinto; ricordi di figure tipiche nella loro bruttezza o bellezza: mille ricordi, mille nonnulla che formarono l’insieme della mia prima età; ricordi che spesso agitano la mente nelle ore di veglia notturna, fra i misteriosi luccichii della lampada che muore, e della luna che sorge sul profilo della montagna.
Quante gradite impressioni desta in me questa parola! Ricordi di piccole amiche e di maestre, di piccoli odii e di piccoli amori; rimembranze della scuola, di giuochi, di gioie e di dolori; paesaggi fuggenti, tremuli nella verde nebbia di un passato indistinto; ricordi di figure tipiche nella loro bruttezza o bellezza: mille ricordi, mille nonnulla che formarono l’insieme della mia prima età; ricordi che spesso agitano la mente nelle ore di veglia notturna, fra i misteriosi luccichii della lampada che muore, e della luna che sorge sul profilo della montagna.
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...Laggiù laggiù, in fondo alla memoria, vi è l’Asilo Infantile, la prima scuola, quella scuola coi banchi a gradinata, divisi in due parti: una per le donnine, l’altra per gli omini biondi e bruni, belli e brutti, buoni e cattivi, la parte più rumorosa e più castigata: perché là non si contentavano delle parole, ma venivano ai fatti, consistenti in morsi, pugni, e rotoloni fra un caos di carta lacerata e di penne in aria... E che sgridate di maestre allora, e che fila di bimbi in ginocchio, graffiati, rossi come tanti rivoluzionari ch’erano, pieni d’umiliazione e di rabbia; e che risatine e che occhiate
... Laggiù laggiù, in fondo alla memoria, vi è l’Asilo Infantile, la prima scuola, quella scuola coi banchi a gradinata, divisi in due parti: una per le donnine, l’altra per gli omini biondi e bruni, belli e brutti, buoni e cattivi, la parte più rumorosa e più castigata: perchè là non si contentavano delle parole, ma venivano ai fatti, consistenti in morsi, pugni, e rotoloni fra un caos di carta lacerata e di penne in aria... E che sgridate di maestre allora, e che fila di bimbi in ginocchio, graffiati, rossi come tanti rivoluzionari ch’erano, pieni d’umiliazione e di rabbia; e che risatine e che occhiate