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Principi e Baroni, e di quel Conte Guido da Montefeltro, il quale teneramente commosso a quella sacra e solenne funzione, da uom d’arme divenne cordigliere, credendosi sì cinto fare ammenda 1. Vecchio, come lasciò scritto il Cardinale di S. Giorgio, di alta statura ed ottuagenario, attonito e tutto pensieroso per novità sì grande; con barba irsuta e negletta; mesto, malanconico e macilento nel volto, ed estenuato in tutte le membra del corpo pel continuo digiuno ed astinenza. Tutto lagrimevole con gli occhi neri, e le palpebre gonfie e turgide pel lungo ed amaro pianto 2.

Egli fece il solenne ingresso nella Città di Aquila sul suo asinelio, scortato da’ due riferiti Sovrani di Napoli e di Ungheria, che a piedi tenevano le redini dell’asino, mentre ragguardevoli personaggi col Cardinale Colonna, come si è detto, su i loro cavalli riccamente guarniti di gualdrappe, ed immenso popolo, secondo lasciò scritto Tolomeo da Lucca 3, testimone oculare, lo seguivano. Pochi giorni dopo la consacrazione, promosse alla sacra porpora 12 cardinali, tra cui fra Tommaso di Ocra Aquilano, e Pietro dell’Aquila; ed emanò una famosa bolla, che firmò di sua mano, concedendo ampia indulgenza di colpa e pena; omnes vero poenitentes et confessos, qui a vespero ejusdem festivitatis vigiliae usque ad vesperos festivitatem ipsam immediate sequentes ad praemissam Eccle-

  1. Dante, Inferno, 27.
  2. Abbiamo dal de Lellis (Notamemti mss. presso il Comm. Broccoli, alla p. 781, che cita il fol. 125 at. del fase. 37) questo documento: Sancte Marie de Collemadio prope Aquilam ann. provisionem unc. 40 in quo fuit consecratus sanctissimus Dominus Celestinus Summus Pontifex. E quest’altro: Monasterio S. Marie de Collemadio prope Civitatem Aquile provisio prò solutione an. provisionis unc. 40 olim dicto Monasterio concessarum per Regem Carolum, secundum quia in dieta Ecclesia Sanctissimus Dominus Celestinus summus Pontifex munus consecrationis ademptus est. Reg. 1345, 1346 D. fol. 160.
  3. V. Muratori. Rev. Ital. Script, tom. 3 pag. 1. Raynal. Annali Ecclesiastici, An. 1284 § 8, tom. 14. Giacconio in Vita Coelestini V; Platina etc. Marini, Vita di Celestino V; etc. Molti fatti allusivi alla vita del Santo Eremita e rapresentanti l’apoteosi della Regola de’ Celestini, bellamente dipinti a fresco nella Chiesa di S. Pietro a Majella, nascosti da denso intonaco di calce, furono teste scoperti dall’egregio e benemerito Principe di Satriano G. Filangieri, che si occupa alacremente della illustrazione delle opere di arte di questa vetusta Chiesa. Egli ne scrisse accurata ed erudita relazione. Napoli 1881.