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[570-574] Gioventù, veccA 171
{{Cld/Cap|35|Gioventù, vecchiezza}}
La prima età della vita è indicata dal {{AutoreCitato|Francesco Petrarca|{{Sc|Petrarca}}}} col verso:
'''§ 35.
{{Cld|570|Nel dolce tempo della prima etade.|{{AutoreCitato|Francesco Petrarca|{{Sc|Petrarca}}}}, ''Canzone in vita di M. Laura'', numero
Gioventù, vecchiezza'''
I secondo il Marsand e il Mestica, v. 1}}
La prima età della vita è indicata dal Petrarca col vers«):
mentre l’{{AutoreCitato|Dante Alighieri|{{Sc|Alighieri}}}}, alludendo all’informe linguaggio dei bambini, disse di sè:
'''570. Nel dolce tempo della prima etade.'''
{{Cld|571|Anzi che tu lasciassi il ''pappo'' e il ''dindi.''|{{AutoreCitato|Dante Alighieri|{{Sc|Dante}}}}, ''Purgatorio'', c. XI, v. 105}}
''(Petrarca, Canzone in vita di M. Laura, numero
Ciò che rende più cara quell’età è l’innocenza dei pensieri e dei costumi, innocenza che nessun onest’uomo oserebbe turbare, poichè:
I secondo il Marsand e il Mestica, v. 1).''
{{Cld|572|Maxima debetur puero reverentia.|{{AutoreCitato|Decimo Giunio Giovenale|{{Sc|Giovenale}}}}, ''Satira'' XIV. v. 47|traduzione=Al fanciullo è dovuta la massima reverenza.}}
mentre l'Alighieri, alludendo all’informe linguaggio dei bambini,
e anche al giovanetto uscito dalla puerizia bene si addice, se non l’assoluta innocenza, almeno la modestia:
disse di sé:
{{Cld|573|Decet verecundum esse adulescentem.|{{AutoreCitato|Tito Maccio Plauto|{{Sc|Plauto}}}}, ''Asinaria'', a. V, sc. I, v. 6|traduzione=Conviene che l’adolescente sia verecondo.}}
'''571. Anzi che tu lasciassi il pappo e il dindi.'''
È questa stessa innocenza che rendeva i fanciulli cosi accetti a Gesù Cristo, che soleva dire:
''(Dante, Purgatorio, e. XI, v. 105).''
{{Cld|574|Sinite parvulos venire ad me.|''Vang. di S. Marco'', cap. X, v. 14|traduzione=Lasciate che i fanciulli vengano a me.}}
Ciò che rende più cara quell’età è l’innocenza dei pensieri e
dei costumi, innocenza che nessun onest’uomo oserebbe turbare,
poiché:
'''572. Maxima debetur puero reverentia.'''
''(Giovenale, Satira XIV. v. 47).''
e anche al giovanetto uscito dalla puerizia bene si addice, se non
l’assoluta innocenza, almeno la modestia:
'''573. Decet verecundum esse adulescentem.'''
''(Plauto, Asinaria, a. V, se. I, v. 6).''
É questa stessa innocenza che rendeva i fanciulli cosi accatti a
Gesù Cristo, che soleva dire:
'''574. Sinite parvulos venire ad me.'''
''(Vang, di S. Marco, cap. X, v. 14).''
572. Al fanciullo è dorata la massima reverenza.
573. Conviene che l’adolescente sia verecondo.
574. Lasciate che i fanciulli vengano a me.