Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/37: differenze tra le versioni

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{{Pt|perficie|superficie}} della terra ha cotesta figura; e innanzi tutto è da riconoscere che i corpi tendono al centro; la qual cosa è la sola che si comprenda col mezzo dei sensi e delle comuni nozioni. Ma dopo una breve riflessione conosceremo eziandio che la terra è di forma sferica, perocchè ce ne persuadono non solamente alcune prove mediate, come a dire la tendenza dei corpi al centro e lo sforzo di ciascun corpo per unirsi a quel punto; ma alcune prove più vicine altresì e dedotte dalle apparizioni che si osservano nel mare e nel cielo, delle quali e il senso e le comuni nozioni possono fare testimonianza. Perocchè la curvità del mare manifestamente impedisce ai naviganti di vedere da lungi i lumi posti all’altezza medesima dei loro occhi; mentre quelli collocati più in alto li veggono quand’anche siano più lontani. Oltre di che anche l’occhio innalzandosi a riguardare suole scoprire le cose che prima erano nascoste. E lo afferma anche il poeta dicendo:
{{Pt|perficie|superficie}} della terra ha cotesta figura; e innanzi tutto è da riconoscere che i corpi tendono al centro; la qual cosa è la sola che si comprenda col mezzo dei sensi e delle comuni nozioni. Ma dopo una breve riflessione conosceremo eziandio che la terra è di forma sferica, perocchè ce ne persuadono non solamente alcune prove mediate, come a dire la tendenza dei corpi al centro e lo sforzo di ciascun corpo per unirsi a quel punto; ma alcune prove più vicine altresì e dedotte dalle apparizioni che si osservano nel mare e nel cielo, delle quali e il senso e le comuni nozioni possono fare testimonianza. Perocchè la curvità del mare manifestamente impedisce ai naviganti di vedere da luogi i lumi posti all’altezza medesima dei loro occhi; mentre quelli collocati più in alto li veggono quand’anche siano più lontani. Oltre di che anche l’occhio innalzandosi a riguardare suole scoprire le cose che prima erano nascoste. E lo afferma anche il poeta dicendo:
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''Ulisse allor, cui levò in alto un grosso''
''Ulisse allor, cui levò in alto un grosso''