Pensieri e discorsi/Il fanciullino: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=25%|data=28 maggio 2008|arg=Saggi|arg=Letteratura}}{{Intestazione letteratura
{{opera
| Nome e cognome dell'autore =
|NomeCognome=Giovanni Pascoli
|TitoloOpera Titolo = Pensieri e discorsi
| Iniziale del titolo = P
|NomePaginaOpera=Pensieri e discorsi
| Nome della pagina principale = Pensieri e discorsi
|AnnoPubblicazione=1914
| Eventuale titolo della sezione o del capitolo = Il fanciullino
|TitoloSezione=[[Pensieri e discorsi/Il fanciullino|Il fanciullino]]
| Anno di pubblicazione = 1914
| Eventuale secondo anno di pubblicazione =
| Secolo di pubblicazione = XX secolo
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Questo era il suo solo artifizio, se pure si può chiamare artifizio ciò ch'egli faceva così ingenuamente che spesso la cosa, mediante il suo paragone, riusciva più piccola, sebbene sempre paresse più chiara; come quando confrontava il fluido parlare di alcuni vecchi savi all'incessante frinire delle cicale, o la resistenza d'un grande eroe all'indifferenza d'un asino che seguita a empirsi d'erba nel prato donde i bimbi vogliono cacciarlo a suon di bastonate. No no: il fanciullino del cieco non tanto voleva farsi onore, quanto farsi capire: non esagerava; perché i fatti che raccontava, gli parevano già assai mirabili così come erano. Ed egli sapeva, né per altro argomento se non perché parevano anche a lui, che mirabili dovevano parere anche agli altri bambini come lui, che erano nell'anima di tutti i suoi uditori. I quali ora come allora lo ascoltano con maraviglia. E non sarebbe ragionevole, di cose che dopo trenta secoli non si credono più verosimili. Ma dopo pur trenta secoli gli uomini non nascono di trent'anni, e anche dopo i trent'anni restano per qualche parte fanciulli.
 
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