Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie postume, 1947 – BEIC 1726528.djvu/215: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Alex_brollo: split
(Nessuna differenza)

Versione delle 23:18, 16 ott 2019

fratellino; quest’altro anco tu mangia.

Èva

No, no; che non è giusto: tu lavori
piu assai di lui; dei più gran parte averne.

Caino

Più che in mangiarlo io stesso, assai più godo
in darlo a lui.

Abèle

Tu sei pur buono. O madre,
piglio, o non piglio ? ei mel vuol dare: e tanto
mi piace, e tanto...

Adamo

Via; Tabbia Abelino:
e a te, figliuolo, in contraccambio voglio
dar questa pera: eli’è di quelle appunto
da me innestate: to’; vedi bellezza!
La ti riempie ambe le mani quasi:
mangiala tu, per amor mio.

Caino

Che grato,
che prezioso succo! ma, vo’darne
anco ad Abèle uno spicchietto.

Èva

Oh ! mira
ghiottoncello: mai cosa ei non rifiuta.

Abèle

Io? gli obbedisco in tutto, come a padre.

Èva

Sei pur vezzoso.

Adamo

Benedetti entrambi !
Siete i nostri occhi voi; sarete i fidi
bastoni un di della nostra vecchiaja.

Abèle

Ma, che cosa è questa vostra vecchiaja,
di cui si spesso favellare io v’odo?
%

Adamo

Ah, figlio! ell’è tutto il contrario, in tutto,
di quello ch’or sei tu. Giorno per giorno
alla tua forza, alla bellezza tua,
alla statura, all’intelletto, al senno,
alcuna cosa sempre ti si accresce:
cosi, giorno per giorno, alcuna cosa
di queste tutte scemasi ed annullasi
nei genitori tuoi.

Abèle

Ma, donde avviene?
Voi, che pur siete si benigni, e tanto