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raccolta. Quella che serba codesto gabinetto è un ''{{Wl|Q3266572|luigino}}'' della principessa Violante Lomellini Doria, già edito per il Mantellier, il quale, sebbene non offra il nome di quella feudataria, pure pei documenti riferiti dall’{{AutoreCitato|Agostino Olivieri|Olivieri}} chiaramente apparisce essere stato lavorato per di lei ordine.
raccolta. Quella che serba codesto gabinetto è un luigino
della principessa Violante Lomellini Doria, già edito per il
Mantellier, il quale, sebbene non offra il nome di quella feudataria,
pure pei documenti riferiti dall’{{AutoreCitato|Agostino Olivieri|Olivieri}} chiaramente apparisce
essere stato lavorato per di lei ordine.




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Anche in questo minore lor feudo vollero i Doria concedere a privati imprenditori facoltà di lavorarvi monete della specie degli ''ottavetti'' o ''luigini'' d’imitazione, pel commercio del levante, ed è della stessa principessa Violante quello che si osserva nel nostro gabinetto, ed al pari del precedente è privo del suo nome, ma i documenti ed i punzoni scoperti dall’Olivieri dimostrano con evidenza ancor maggiore che ad essa si deve assegnare. L’esemplare ch’ebbe sott’occhio il Mantellier portava impresso l’anno 1666; altro descritto dal Reichel era contrassegnato dall’anno 1667, e se questo mostra invece la data 1668, ciò serve a comprovare l’attività di una officina della quale sono ora sì fenomenali i prodotti.
Anche in questo minore lor feudo vollero i Doria concedere
a privati imprenditori facoltà di lavorarvi monete della
specie degli ottavetti o luigini d’imitazione, pel commercio del
levante, ed è della stessa principessa Violante quello che si
osserva nel nostro gabinetto, ed al pari del precedente è
privo del suo nome, ma i documenti ed i punzoni scoperti
dall’Olivieri dimostrano con evidenza ancor maggiore che ad
essa si deve assegnare. L’esemplare ch’ebbe sott’occhio il
Mantellier portava impresso l’anno 1666; altro descritto dal
Reichel era contrassegnato dall’anno 1667, e se questo mostra
invece la data 1668, ciò serve a comprovare l’attività di una
officina della quale sono ora sì fenomenali i prodotti.


Cade opportuno accennare qui ad altri due luigini di
tipo trevolziano, i quali, avvegnacchè tuttora indeterminati,
potrebbero per avventura essere usciti da taluna delle tante
officine abusive della Liguria nelle quali si lavorò tale specie
di moneta, e che per tale titolo sono da raccomandare allo
studio dei nummofili italiani.


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Il primo, che fra gli incerti fu riportato anche in disegno

dal Mantellier, ma coll’anno 1668, mentre il nostro reca la

data 1669, offre sui due lati la scritta: partes volvptati —

ORiENTALivM DiCATi:. Lo scudo, invece dei tre gigli araldici,
Cade opportuno accennare qui ad altri due ''luigini'' di tipo trevolziano, i quali, avvegnacchè tuttora indeterminati, potrebbero per avventura essere usciti da taluna delle tante officine abusive della Liguria nelle quali si lavorò tale specie di moneta, e che per tale titolo sono da raccomandare allo studio dei nummofili italiani.
è occupato da tre fiori o ramoscelli a cinque foglie che il Mantellier

disse impropriamente gigli naturali. Quegli emblemi
Il primo, che fra gli incerti fu riportato anche in disegno dal Mantellier, ma coll’anno 1668, mentre il nostro reca la data 1669, offre sui due lati la scritta: {{Sc|partes volvptati — orientalivm dicati}}:. Lo scudo, invece dei tre gigli araldici, è occupato da tre fiori o ramoscelli a cinque foglie che il Mantellier disse impropriamente gigli naturali. Quegli emblemi non rassomigliano nemmeno tanto ad ''alabarde'' da potersi ammettere senz’altro essere questo una varietà degli ottavetti suggeriti alla principessa Violante dal P. Noceti, sui quali ''i gigli furono cambiati in alabarde'', perchè, oltrechè
non rassomigliano nemmeno tanto ad alabarde da potersi
ammettere senz’altro essere questo una varietà degli ottavetti
suggeriti alla principessa Violante dal P. Noceti, sui
quali i gigli furono cambiati in alabarde, perchè, oltreché