Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/230: differenze tra le versioni
Alex_brollo: split |
(Nessuna differenza)
|
Versione delle 22:05, 8 lug 2019
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Ha un non so che di estraordinario; ma non per questo mi lascierei innamorare. Per un poco di divertimento, mi fermerei piuttosto con questa che con un’ altra. Ma per far all’ amore ? Per perdere la libertà? Non vi è pericolo. Pazzi, pazzi quelli che s’ innéunorano delle donne. (parte
SCENA XVII.
Altra camera di locanda. Ortensia, Dejanira, Fabrizio.
Fabrizio. Che restino servite qui, illustrissime. Osservino quest’altr camera. Quella per dormire, e questa per mangiare, per ri- cevere, per servirsene come comandano.
Ortensia. Va bene, va bene. Siete voi padrone, o cameriere.
Fabrizio. Cameriere, ai comandi di V. S. illustrissima.
Dejanira. (Ci dà delle illustrissime). (piano a Ortensia, ridendo)
Ortensia. (Bisogna secondare il lazzo). Cameriere?
Fabrizio. Illustrissima.
Ortensia. Dite al padrone che venga qui, voglio parlar con lui per il trattsunento.
Fabrizio. Verrà la padrona; la servo subito. (Chi diamine sa- ranno queste due signore così sole? All’aria, all’abito, paiono dame). (da sé, e parte
SCENA XVIII.
Dejanira e Ortensia.
Dejanira. Ci dà dell’ illustrissime. Ci ha creduto due dame.
Ortensia. Bene. Così ci tratterà meglio.
Dejanira. Ma ci farà pagare di più.
Ortensia. Eh, circa i conti, avrà da fare con me. Sono degli anni assai, che cammino il mondo.
Dejanira. Non vorrei che con questi titoli entrassimo in qualche impegno.