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Versione delle 17:47, 15 feb 2019

Teneasi a lato, qual dicea: Chi dunque
È costui che si forte i colpi mena
Sovra le imposte? — Là dinanzi il prode
Sifrido, allor, mutò la voce e disse:
Un cavalier son io. Deh! voi m’aprite
Le porte, eh’ io potrei crucciarvi assai
Oggi qui innanzi, e crucciar chi si giace
Soffice e molle ed ha sue stanze acconce.
Ebbe disdegno il guardian de le porte,
Come Sifrido favellò. Ma intanto
L’armi vestite avea, l’elmo sul capo
Erasi posto ardimentoso e fero
Il gigante, e quest’ uom gagliardo e forte
Rapidamente tratto avea lo scudo
Spalancando le porte. Oh! com’ ei venne
Impetuoso allor contro a Sifrido !
Chi dal sonno destar, gridava il fero,
Tanti gagliardi osò? — Furono allora
Molti rapidi colpi di sua mano,
E l’inclito stranier studio ponca
In ripararli. Ma d’ un colpo solo
1)' una sbarra di ferro a brani attorno

148 I Nibelunghi