Pagina:A Prato impressioni d'arte.djvu/80: differenze tra le versioni

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Da un documento dell’8 di Agosto 1452 si rileva, scrive il Milanesi, che Fra Filippo Lippi<ref>Le opere di Giorgio Vasari — con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi, tomo III. — Firenze, Sansoni 1878.</ref> si obbligava di dipingere a Lorenzo Bartolini per 22 fiorini d’oro un tondo con una storia di Nostra Donna, ed in quel documento il Lippi è chiamato ''dipintore della Cappella maggiore della Pieve di Prato''; da ciò si può stabilire che i lavori fossero già incominciati intorno a queir epoca ed il Milanesi li ritiene eseguiti tra il 1453 e 1465.
<section begin="1" />Da un documento dell’8 di Agosto 1452 si rileva, scrive il {{AutoreCitato|Gaetano Milanesi|Milanesi}}, che Fra Filippo Lippi<ref>{{TestoAssente|Le opere di Giorgio Vasari}} — con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi, tomo III. — Firenze, Sansoni 1878.</ref> si obbligava di dipingere a Lorenzo Bartolini per 22 fiorini d’oro un tondo con una storia di Nostra Donna, ed in quel documento il Lippi è chiamato ''dipintore della Cappella maggiore della Pieve di Prato''; da ciò si può stabilire che i lavori fossero già incominciati intorno a quell’epoca ed il Milanesi li ritiene eseguiti tra il 1453 e 1465.


Il vasto materiale storico vagliato e illustrato diligentemente da lui, ha gettato nuova luce su gli studi biografici e le ricerche archivistiche e lo Strutt come altri scrittori hanno liberamente mietuto nel suo campo specialmente nella parte aneddottica desunta e corretta sul testo vasariano.
Il vasto materiale storico vagliato e illustrato diligentemente da lui, ha gettato nuova luce su gli studi biografici e le ricerche archivistiche e lo {{AutoreIgnoto|Strutt}} come altri scrittori hanno liberamente mietuto nel suo campo specialmente nella parte aneddottica desunta e corretta sul testo vasariano.<section end="1" />




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V. a pag. 26, avanti gli asterischi:
V. a pag. 26, avanti gli asterischi:


Il crocifisso di bronzo nella Cattedrale attribuito a Ferdinando Tacca è esagerato nel suo rilievo osteologico, ma il reclinare della testa e l’abbandono delle membra non ancora irrigidite, è reso con la più squisita grazia e naturalezza.
<section begin="2" />Il crocifisso di bronzo nella Cattedrale attribuito a Ferdinando Tacca è esagerato nel suo rilievo osteologico, ma il reclinare della testa e l’abbandono delle membra non ancora irrigidite, è reso con la più squisita grazia e naturalezza.
L’artista, se nell’imperversare del Barocco ne ha in parte subita l’influenza, ha saputo anche, trovando la nota del vero, svincolarsi risolutamente dalle sue caratteristiche morbosità.<section end="2" />

L’artista, se nell’imperversare del Barocco ne ha in parte subita l’influenza, ha saputo anche, trovando la nota del vero, svincolarsi risolutamente dalle sue caratteristiche morbosità.