Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/35: differenze tra le versioni

 
 
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ed in {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}}. Quest’oratore romano s’infiammò di tale entusiasmo alla lettura di essi, sino ad esclamare scrivendo ad Attico, ''O magnum hominem'' (120). Giustifica quest’entusiasmo di Cicerone la stima in che i Lacedemoni tennero {{AutoreCitato|Dicearco da Messina|Dicearco}}. Decretarono essi che ogni anno ai giovani raccolti nel palazzo degli Efori, si leggesse 1 ’ opera di Dicearco intorno la ''Repubblica degli Spartani'' (121), la quale intitolavasi parimente Tripolitico , o piuttosto era parte del Tripolitico (122).
ed in Cicerone. Quest’oratore romano s’infiammò di

tale entusiasmo alla lettura di essi, sino ad esclamare
Dopo {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotele }}ed il discepolo suo Dicearco deve collocarsi il marsigliese {{AutoreCitato|Pitea|Pitea}}, se veramente fiorì ai tempi di Ptolemeo filadelfo, come congettura il Vossio (123). Il Filadelfo cominciò regnare l’anno primo della 124.ª olimpiade (282 anni avanti Cristo), cioè 37 anni dopo la morte d’Aristotele, e 4 dopo quella di {{AutoreCitato|Teofrasto|Teofrasto}}, al quale premorì probabilmente Dicearco, poiché Teofrasto visse oltre cent’anni (124). L’allemanno {{AutoreCitato|Konrad Mannert|Mannert}} per lo contrario sospetta anteriore Pitea ad Aristotele, perciocché Aristotele nomina nell’opera ''Del Mondo'' due isole, Albio e (125) Ierna (126), le quali conoscere non potevansi da altri fuorché da Pitea. Ma che l’opera ''Del Mondo'' non sia d’Aristotele bastevolmente il dimostrarono i critici (137), la cui opinione almeno vietar doveva al Mannert di proporre come probabile che Aristotele leggesse gli scritti di Pitea (ta8). Cotesto Pitea molti degli antichi, e parecchi dei moderni biasimarono come mendace, in molte parti giustamente, ma per lo più così ingiustamente che il loro giudizio sembra derivare anzi da passione che da accurato esame. Severo principalmente mostrassi in questo {{Pt|giu-|}}
scrivendo ad Attico, O magnurn hominem (120). Giustifica
quest’entusiasmo di Cicerone la stima in clic i
Lacedemoni tennero Dicearco. Decretarono essi che ogni
anno ai giovani raccolti nel palazzo degli Efori, si leggesse
1 ’ opera di Dicearco intorno la Repubblica degli
Spartani (121), la quale iutitolavasi parimente Tripolitico
, o piuttosto era parte del Tripolitico (122).
Dopo Aristotele ed il discepolo suo Dicearco deve
collocarsi il marsigliese Pitea, se veramente fiorí ai
tempi di Ptolemco fíladelfo, come congettura il Vossio
(ia 3 ). Il Filadelfo cominciò regnare l’anno primo
della 124.* olimpiade (282 anni avanti Cristo), cioè J7
anni dopo la morte d’Aristotele, e 4 dopo quella di
Teofrasto, al quale premorí probabilmente Dicearco,
poiché Teofrasto visse oltre cent’anni (124). L’allemanno
Mannert per lo contrario sospetta anteriore Pitea ad
Aristotele, perciocché Aristotele nomina nell’opera Del
Mondo due isole, Albioe ( t a 5 ) Ierna (126), le quali conoscere
non potevansi da altri fuorché da Pitea. Ma che
l’opera Del Mondo non sia d’Aristotele bastevohnentc il
dimostrarono i critici (137), la cui opinione almeno vietar
doveva al Mannert di proporre come probabile che
Aristotele leggesse gli scritti di Pitea (ta8).
Cotesto Pitea molti degli antichi, e parecchi dei moderni
biasimarono come mendace, in molte parti giustamente,
ma per lo piú cosí ingiustamente che il loro
giudizio sembra derivare anzi da passione che da accurato
esame. Severo principalmente mostrassi in questo giu-