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La riedificazione del Pantheon fu compiuta fra il 112 e il 126 — il periodo più fortunato del governo di Adriano — e se bene spogliato dei suoi ornamenti di bronzo e interrato da dieci o dodici metri di terra, rimane ancora il più bello e il più completo dei templi romani. Alto sul suo podio — a cui si accedeva per una scala di cinque gradini, con la cupola d’oro e le pareti rivestite di marmi pre
La riedificazione del Pantheon fu compiuta fra il 112 e il 126 — il periodo più fortunato del governo di Adriano — e se bene spogliato dei suoi ornamenti di bronzo e interrato da dieci o dodici metri di terra, rimane ancora il più bello e il più completo dei templi romani. Alto sul suo podio — a cui si accedeva per una scala di cinque gradini, con la cupola d’oro e le pareti rivestite di marmi
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preziosi, il suo aspetto doveva essere imponente. Ma è nell’interno che noi possiamo anche oggi ritrovare un poco della sua anima antica. Un’armonia perfetta di proporzioni, unita una grande semplicità di linee: questo è ancora il segreto per cui noi ci sentiamo compresi di stupore. La cupola ha un diametro eguale alla sua profondità (34 m. e 50 cm.); sette cappelle o nicchie sono distribuite simmetricamente intorno alle sue pareti e ne interrompono la monotonia con le snelle colonne di giallo antico e di pavonazzetto; l’occhio centrale della volta distribuisce una luce

ziosi, il suo aspetto doveva essere imponente. Ma è nell’interno che noi possiamo anche oggi ritrovare un poco della sua anima antica. Un’armonia perfetta di proporzioni, unita una grande semplicità di linee: questo è ancora il segreto per cui noi ci sentiamo compresi di stupore. La cupola ha un diametro eguale alla sua profondità (34 m. e 50 cm.); sette cappelle o nicchie sono distribuite simmetricamente intorno alle sue pareti e ne interrompono la monotonia con le snelle colonne di giallo antico e di pavonazzetto; l’occhio centrale della volta distribuisce una luce