Pagina:Angeli - Roma, parte I - Serie Italia Artistica, Bergamo, 1908.djvu/37: differenze tra le versioni
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⚫ | Le nuove conquiste e la lunga serie di guerre vittoriose ebbero come risultato di produrre una radicale trasformazione negli usi e nelle abitudini dei cittadini romani. I pretori mandati a governare le provincie sottomesse, si adattarono rapidamente ai costumi dei popoli presso i quali vivevano e inoltre cominciarono a crearsi quelle prodigiose ricchezze che dovevano rendere possibile il prossimo cambiamento di stato sociale. È noto il contrasto fra il censore Catone e i due Scipioni, contrasto |
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| caption = {{Sc|il tempio della fortuna virile.}} <span style="position:absolute;right:0">(Fot. Alinari).</span> |
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così aspro e parziale che a volte vien fatto di domandarsi se non fu suggerito più tosto dalla gelosia dell’uomo rozzo verso le raffinatezze dell’arte che dalla virtù pura e semplice. Inoltre, ogni nuova conquista era segnata da una spedizione considerevole di statue, di pitture, di suppellettili preziose, di gemme e di argenti che rappresentavano il tesoro dei vinti e l’omaggio a Roma dei capitani vittoriosi. Marcello da Siracusa, Metello dalla Macedonia, e sopratutto Mummio dalla Grecia, mandarono alla metropoli meravigliosi bottini. E questi esposti al pubblico nei trionfi, deposti nei templi, offerti all’ammirazione delle moltitudini, giovavano a educare il gusto del popolo e a rendergli quasi insopportabile la rozzezza primitiva della città. Perfino |
così aspro e parziale che a volte vien fatto di domandarsi se non fu suggerito più tosto dalla gelosia dell’uomo rozzo verso le raffinatezze dell’arte che dalla virtù pura e semplice. Inoltre, ogni nuova conquista era segnata da una spedizione considerevole di statue, di pitture, di suppellettili preziose, di gemme e di argenti che rappresentavano il tesoro dei vinti e l’omaggio a Roma dei capitani vittoriosi. Marcello da Siracusa, Metello dalla Macedonia, e sopratutto Mummio dalla Grecia, mandarono alla metropoli meravigliosi bottini. E questi esposti al pubblico nei trionfi, deposti nei templi, offerti all’ammirazione delle moltitudini, giovavano a educare il gusto del popolo e a rendergli quasi insopportabile la rozzezza primitiva della città. Perfino |