Rime (Guittone d'Arezzo)/Auda che dico chi vole arricchire: differenze tra le versioni

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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=13 settembre 2008|arg=poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Auda che dico chi vole arricchire|prec=../O frati miei, voi che disiderate|succ=../Tre cose son, per che move catono}}
 
==[[Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/221]]==
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{{Ct|f=90%|v=1|L=0px|lh=1.2|La ricchezza, avendosi nel soddisfacimento dei desideri, sta solo nel desiderare poche cose e piacevoli.}}
 
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Auda che dico chi vole arricchire,
e cor, non sacco, impire,
e ornar non già fazion, ma mente.
Riccor è solo ’n desider complire;
{{R|5}}e ciò no po avenire
che per desiderar poco e piacente.
Desio troppo è non legger fornire;
unde non già plasire,
ma despiacenza porge e mal sovente;
{{R|10}}e di non plagenter come gioire,
senz’apresso noire,
pot’om alcun, ch’orrato a giusto sente?
Adonque vol avant’omo schifare
ciò che noi possa fare
{{R|15}}a valor di valente e saggio core,
e reducendo amore
a degno e a chi gioi degna po dare.
Soperchia cura e tropp’onni labore
parta di sé tuttore,
{{R|20}}e retto deggia e mansueto andare
sovra catuno affare,
rendendose di sé sempre dolzore.
</poem>