La cooperazione regionale in ambito UE: il caso della Corsica/Capitolo II: differenze tra le versioni

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== 1. Le regioni europee e le loro disparità ==
 
Nella Carta comunitaria della regionalizzazione<ref>Cfr. Organisation Européenne pour les Droits de l’Homme et pour ses Libertés Fondamentals – Délégation générale de Corse, La Corse, l’Europe et le droit, La Marge édition, Parma 1991, p. 61.</ref>, adottata dal Parlamento europeo il 18 novembre 1988, all’articolo 1 viene data la seguente definizione del termine “regione”:
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In altri termini, il fatto di abitare in una regione prospera o arretrata, in una zona dinamica oppure in crisi, alla periferia dell’Unione o in uno dei poli centrali di sviluppo, determina delle differenze riguardo alle possibilità di successo di fronte alla sfida della mondializzazione.
 
== 2. Gli imperativi della politica regionale: crescita e coesione ==
 
«I problemi regionali sono difficili da definire ma facili da riconoscere»<ref>Cfr. P. Robson, The Economics of International Integration, Allen and Unwin, London 1987, p. 168.</ref>. La difficoltà principale non risiede tanto nell’identificazione e nella definizione di questi problemi, quanto nello spiegarli ed ancora di più nel modo di risolverli. I problemi regionali si riferiscono al persistere di grosse disparità tra le diverse regioni della stessa nazione in termini di reddito, produttività e livelli di occupazione.
La politica regionale si propone di colmare queste differenze, di accrescere la solidarietà tra i popoli dell’Unione europea e di sostenere il progresso economico e sociale. Il rafforzamento della coesione è sancito dal Trattato di Amsterdam (1997), il quale all’articolo 158 stabilisce che: «La Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo di quelle più svantaggiate o insulari, comprese le zone rurali»<ref>Cfr. Commissione Europea, Al servizio delle regioni, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, Lussemburgo 2001, p. 6.</ref>.
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- coesione, perché si riconosce che ci sono dei vantaggi per tutti nel ridurre i divari di reddito e di benessere tra i paesi e le regioni più povere e quelle più ricche.
 
== 3. I Fondi strutturali ==
 
 
Gli strumenti della solidarietà europea sono costituiti dai Fondi strutturali e dal Fondo di coesione<ref>E’ un fondo speciale di solidarietà costituito nel 1993, a favore dei quattro stati membri dell’Unione europea meno prosperi (Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna) che finanzia grandi progetti per l’ambiente ed i trasporti.</ref>.
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- lo Strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop), creato nel 1993, che è un fondo specifico per la riforma strutturale del settore della pesca.
 
== 4. La riforma del 1988 ==
 
L’istituzione dei tre principali Fondi strutturali è avvenuta in epoche ormai piuttosto remote nella storia del processo di unificazione europea anche se la loro azione si è fatta più incisiva soltanto di recente, in conseguenza dei seguenti fattori:
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Un altro importante aspetto della riforma era rappresentato dall’introduzione dei programmi di iniziativa comunitaria (PIC). Si trattava di azioni di supporto alla coesione economica e sociale, intraprese dalla Commissione europea al di fuori dei meccanismi di programmazione concertata con i paesi membri, attraverso i Quadri comunitari di sostegno (Qcs). Furono così lanciati dodici PIC<ref>Le iniziative previste con la riforma del 1988 furono: Interreg, Envireg, Stride, Leader, Regen, Euroform, Rechar, Telematique, Regis, Horizon, Now e Prisma.</ref> tra i quali Interreg, che riguarda la promozione della cooperazione transfrontaliera; ma questo aspetto verrà approfondito in seguito.
 
== 4. Altre importanti novità ==
 
E’ a questa riforma che devono riferirsi la creazione del Fondo di coesione, dello Sfop<ref>Si ricorda che è lo Strumento finanziario di orientamento per la pesca.</ref>, l’accorpamento dei precedenti obiettivi 3 e 4 nel nuovo obiettivo 3, la creazione del nuovo obiettivo 4 (che prevede l’adattamento dei lavoratori ai mutamenti industriali ed all’evoluzione dei sistemi di produzione) e l’istituzione dell’obiettivo 6 (che riguarda lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni a scarsissima densità di popolazione). Per il periodo 1994-1999 erano previsti tredici PIC<ref>Essi sono Interreg II, Leader II, Occupazione, Adapt, Pmi, Regis II, Urban, Resider II, Konver, Retex, Rechar II, Tessile-abbigliamento in Portogallo e Pesca.</ref> tra cui Interreg II che riunisce i precedenti Interreg e Regen e viene per questo suddiviso in due settori: cooperazione transfrontaliera (settore A) e reti energetiche (settore B).
 
== 6. L’Agenda 2000 ed il nuovo look della politica regionale ==
 
Il 24 ed il 25 marzo 1999 nell’ambito del Consiglio europeo di Berlino è stato approvato il pacchetto di riforme dell’Agenda 2000, volto a modernizzare la politica regionale ed a preparare l’Unione all’allargamento<ref>Si ricorda che 10 paesi aderiranno nel 2004 mentre 3 sono candidati, per un totale di 13 stati interessati. Il reddito pro-capite di questi paesi è un terzo del reddito medio dell’Unione.</ref>.
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== 7. Uno sguardo in avanti. ==
 
Dopo questa descrizione circa il funzionamento della politica regionale, sarà possibile entrare nel vivo del caso “Corsica” avendo tutti gli strumenti per comprendere il suo Docup e le forme di finanziamento a cui è soggetta. Ma non affrettiamo i tempi: questo sarà l’argomento del prossimo capitolo.