Pagina:Il Baretti - Anno II, n. 10, Torino, 1925.djvu/2: differenze tra le versioni

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<section begin="s1" />{{A destra|'''L'ottocento francese'''}}
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{{ct|f=140%|t=1|v=1|L=1px|'''IL PARNASO E VERLAINE'''}}
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I quaderni del ''Parnasse'' cominciarono a pubblicarsi nel '66. La serie fu aperta, molto significativamente, dal Gauthier. Il romanticismo che nel 1830 era iniziativa di un cenacolo, ora è l’educazione di tutta una generazione. Hugo è diventato un mito, politico e letterario. «On était — dice il Lapelletier nel suo libro su Verlaine — plus hugolâtre en 1860 qu’après 1830. ''Les Contemplations'' nous semblaient la Bible méme de la poesie».
I quaderni del ''Parnasse'' cominciarono a pubblicarsi nel '66. La serie fu aperta, molto significativamente, dal Gauthier. Il romanticismo che nel 1830 era iniziativa di un cenacolo, ora è l’educazione di tutta una generazione. Hugo è diventato un mito, politico e letterario. «On était — dice il Lapelletier nel suo libro su Verlaine — plus hugolâtre en 1860 qu’après 1830. ''Les Contemplations'' nous semblaient la Bible même de la poésie».


Il Parnaso nasce come espressione di questa larga educazione, e fonde in una preoccupazione di compostezza formale tutte le influenze di un trentennio: Hugo, Leconte, Baudelaire, Gauthier, Banville.
Il Parnaso nasce come espressione di questa larga educazione, e fonde in una preoccupazione di compostezza formale tutte le influenze di un trentennio: Hugo, Leconte, Baudelaire, Gauthier, Banville.
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Il mondo accademico, universitario, ha contestato al primo romanticismo il diritto di cittadinanza nella letteratura tradizionale, perchè esso era, dal punto di vista della forma, un caos. Non era un nuovo regime letterario. I parnassiani lavorano a formar questo. Nella compiutezza espressiva è implicita un’esigenza di realismo: dunque un certo superamento, rispetto al vasto sommovimento oggettivistico dell’Hugo, era la necessaria premessa del Parnaso. Le comedie del Dumas, i saggi del Taine, i romanzi di Flaubert avevano assolto questa funzione. Il nuovo romanticismo si avantaggia di cotesta esperienza.
Il mondo accademico, universitario, ha contestato al primo romanticismo il diritto di cittadinanza nella letteratura tradizionale, perchè esso era, dal punto di vista della forma, un caos. Non era un nuovo regime letterario. I parnassiani lavorano a formar questo. Nella compiutezza espressiva è implicita un’esigenza di realismo: dunque un certo superamento, rispetto al vasto sommovimento oggettivistico dell’Hugo, era la necessaria premessa del Parnaso. Le comedie del Dumas, i saggi del Taine, i romanzi di Flaubert avevano assolto questa funzione. Il nuovo romanticismo si avantaggia di cotesta esperienza.


E’ stato notato (<ref>P. Bourget - L’esthètique du Parnasse in Etudes et portraits. p. 249.</ref>) che non c’è un poeta, sia pur mediocre, che non abbia dato saggi di squisita fattura al ''Parnasse'': come nel periodo dell’Arcadia, poiché si lavora su elementi Unitati, la perfezione è cosa facile, e attingibile da tutti. Il canone di questo periodo è la «pura bellezza» e il verso «che è tutto».
E’ stato notato (<ref>P. Bourget - L’esthètique du Parnasse in Etudes et portraits. p. 249.</ref>) che non c’è un poeta, sia pur mediocre, che non abbia dato saggi di squisita fattura al ''Parnasse'': come nel periodo dell’Arcadia, poiché si lavora su elementi limitati, la perfezione è cosa facile, e attingibile da tutti. Il canone di questo periodo è la «pura bellezza» e il verso «che è tutto».


L’arte poetica del tempo consiste nell’adattare, con sapienza, i provvedimenti creativi dei predecessori, nel purificare il loro materiale, nell’accademizzare il più possibile. Nella scelta degli elementi non si bada: basta la lima. Ripulire è il segreto del successo.
L’arte poetica del tempo consiste nell’adattare, con sapienza, i provvedimenti creativi dei predecessori, nel purificare il loro materiale, nell’accademizzare il più possibile. Nella scelta degli elementi non si bada: basta la lima. Ripulire è il segreto del successo.


I ''Poèmes Saturniens'' documentano questo aspetto, concreto e sostanziale, del Parnaso. Si va foggiando una lingua poetica, ricca, sinuosa, squisitamente plastica. Non si scrive più come nel 1830. E’ l’età d’oro della poesia francese: l’età in cui tutta la lingua diventò, nella poesia, oro. Non ci son più metalli vili. Il Sainte-Beuve ferma la sua attenzione su ''César Borgia'', sLa Mort de Philippe II'': sono cristallizzazioni del mondo decorativo dell’Hugo e di Leconte de Lisle.
I ''Poèmes Saturniens'' documentano questo aspetto, concreto e sostanziale, del Parnaso. Si va foggiando una lingua poetica, ricca, sinuosa, squisitamente plastica. Non si scrive più come nel 1830. E’ l’età d’oro della poesia francese: l’età in cui tutta la lingua diventò, nella poesia, oro. Non ci son più metalli vili. Il Sainte-Beuve ferma la sua attenzione su ''César Borgia'', su ''La Mort de Philippe II'': sono cristallizzazioni del mondo decorativo dell’Hugo e di Leconte de Lisle.


In quest’epoca Verlaine pensa a drammi storici su Carlo VI, su Louis V, e — ciò che dimostra l’affinità stretta del Parnaso con il verismo-scientifico — a un lavoro di argomento realistico... tipo ''Assomoir'', come avverte il Lapelletier, che ne era il collaboratore.
In quest’epoca Verlaine pensa a drammi storici su Carlo VI, su Louis V, e — ciò che dimostra l’affinità stretta del Parnaso con il verismo-scientifico — a un lavoro di argomento realistico... tipo ''Assomoir'', come avverte il Lapelletier, che ne era il collaboratore.


Ma il Verlaine legge con troppa passione i ''Fleur du mal'': qui trova una musica più sottile, accenni a leggerezze e suggestioni ritmiche nuove: e poiché egli, composto che sia il patrimonio parnassiano, vorrà risentirne gli echi e dissolverlo io puro suono, si ferma di più sul Baudelaire.
Ma il Verlaine legge con troppa passione i ''Fleur du mal'': qui trova una musica più sottile, accenni a leggerezze e suggestioni ritmiche nuove: e poiché egli, composto che sia il patrimonio parnassiano, vorrà risentirne gli echi e dissolverlo in puro suono, si ferma di più sul Baudelaire.


Il miscuglio fu avvertito dal terribile Barbey d’Aurevilly, che definì il Verlaine «un Baudelaire puritain, combinaison funèbrement drôlatique, sans le talent net de M. Baudelaire, avec des reflets de M. Hugo et d’Alfred de Musset, ici et là».
Il miscuglio fu avvertito dal terribile Barbey d’Aurevilly, che definì il Verlaine «un Baudelaire puritain, combinaison funèbrement drôlatique, sans le talent net de M. Baudelaire, avec des reflets de M. Hugo et d’Alfred de Musset, ici et là».
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''Au pays qui te ressemble!</poem>
''Au pays qui te ressemble!</poem>


Molti Accenti verlainiani ricordano questo Baudelaire rarefatto e sazio; e la musica del «pauvre Lelian» è anch’essa espressione di sazietà espressiva, per cui la parola trascorre nell’inelfabile e risente la tristezza di questa sua incapacità sostanziale.
Molti accenti verlainiani ricordano questo Baudelaire rarefatto e sazio; e la musica del «pauvre Lelian» è anch’essa espressione di sazietà espressiva, per cui la parola trascorre nell’ineffabile e risente la tristezza di questa sua incapacità sostanziale.


Verlaine intravede la necessità di dissolvei il mondo parnassiano sin dall’inizio della sua opera. Egli segue ancora gli stretti precetti del trattato di vèrsificazionc di Teodoro de Banville: la rima ricca, la strofe elastica e sonante, e già contrappone la sfumatura oi vecchi valori visivi e plastici:
Verlaine intravede la necessità di dissolvei il mondo parnassiano sin dall’inizio della sua opera. Egli segue ancora gli stretti precetti del trattato di versificazione di Teodoro de Banville: la rima ricca, la strofe elastica e sonante, e già contrappone la sfumatura ai vecchi valori visivi e plastici:


''Pas la Couleur, rien que la Nuance!'' e un’esigenza musicale, vaga, indeterminata — ma pregna di novità — gli fa rigettare il «bijou d’un sou qui sonne creux», e che è la rima.
''Pas la Couleur, rien que la Nuance!'' e un’esigenza musicale, vaga, indeterminata — ma pregna di novità — gli fa rigettare il «bijou d’un sou qui sonne creux», e che è la rima.
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''Qui pénetre mon coeur?</poem>
''Qui pénetre mon coeur?</poem>


La pura forma e il puro suono, al limite estremo della coscienza, sono un crepuscolo; e sono, in quanto espressione, e quindi spiritualità, l’idealità musicale. Con la tristezza che oon viene da una concreta vita sentimentale. — spiegazione che pesa in alcune parti:
La pura forma e il puro suono, al limite estremo della coscienza, sono un crepuscolo; e sono, in quanto espressione, e quindi spiritualità, l’idealità musicale. Con la tristezza che non viene da una concreta vita sentimentale. — spiegazione che pesa in alcune parti:


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Rime femminine, assonanze al mezzo, abbandono d’ogni concretezza espressiva. Gli accordi sono deliziosi e non dicono nulla. Si aspetta la musica che talvolta, come in questo capo, non viene.
Rime femminine, assonanze al mezzo, abbandono d’ogni concretezza espressiva. Gli accordi sono deliziosi e non dicono nulla. Si aspetta la musica che talvolta, come in questo capo, non viene.


Ma la saggezza di Luigi Racine (le lezioni di Rollin, il tramonto del gran secolo, le cuffie di lino della Maintenon, poeta e dottore che servono la messa e cantano gli uffizi, e a primavera se ne vanno a cogliere rose nelle Auteils...), essa ci riporta alle ''Fêtes galantes''; ed è la sola saggezza, che ''liricamente'' — e purtroppo anche come uomo — il Verlaine potesse attingere. ''Amour'' vorrebbe epicizzare il mondo di ''Sagesse'', in alcuni aspetti, ma è, al più, di esso un modesto sbocco letterario. Grande poeta dell’anima (<ref>René Calon - Histoire de la litterature contemporaine, p. 206.</ref>). il Verlaine non fu e non poteva essere. (L’involuzione fu la conseguenza logica di questa saggezza impossibile. Il Saggio, fatto prudente all’infinito, sciupato in qualche pagina polemica, ritoma a «seguire la canzone del vento», se vuol ritornare poeta; e «preferisce i paesaggi alla civiltà» incomprensibile: un po’ come rifarsi parnassiano. Sono le pagine belle di ''Sagesse'':
Ma la saggezza di Luigi Racine (le lezioni di Rollin, il tramonto del gran secolo, le cuffie di lino della Maintenon, poeta e dottore che servono la messa e cantano gli uffizi, e a primavera se ne vanno a cogliere rose nelle Auteils...), essa ci riporta alle ''Fêtes galantes''; ed è la sola saggezza, che ''liricamente'' — e purtroppo anche come uomo — il Verlaine potesse attingere. ''Amour'' vorrebbe epicizzare il mondo di ''Sagesse'', in alcuni aspetti, ma è, al più, di esso un modesto sbocco letterario. Grande poeta dell’anima (<ref>René Calon - Histoire de la litterature contemporaine, p. 206.</ref>), il Verlaine non fu e non poteva essere. (L’involuzione fu la conseguenza logica di questa saggezza impossibile. Il Saggio, fatto prudente all’infinito, sciupato in qualche pagina polemica, ritorna a «seguire la canzone del vento», se vuol ritornare poeta; e «preferisce i paesaggi alla civiltà» incomprensibile: un po’ come rifarsi parnassiano. Sono le pagine belle di ''Sagesse'':


<poem>''Le son du cor s'afflige vers le bois</poem>
<poem>''Le son du cor s'afflige vers le bois</poem>


e il lupo che piange in questa voce, la neve, il tramonto sanguigno, l’aria che è così dolce da parere un sospiro d’autunno, e il paesaggio che si assopisce. Notazioni che si sciolgono in respiri; impressionismo. Appunto l’impressionismo — nella pittura, nella musica, — com’è stato notato — è la dissoluzione intima della forma che cerca in sé i modi di una rinnovaziooe e un valore pienamente lirico.
e il lupo che piange in questa voce, la neve, il tramonto sanguigno, l’aria che è così dolce da parere un sospiro d’autunno, e il paesaggio che si assopisce. Notazioni che si sciolgono in respiri; impressionismo. Appunto l’impressionismo — nella pittura, nella musica, — com’è stato notato — è la dissoluzione intima della forma che cerca in sé i modi di una rinnovazione e un valore pienamente lirico.


«L’alchimia della parola», come la dirà il Rimbaud, scoppia in seno al ''Parnasse'' e all’impressionismo, come l’estetica naturale e significativa, di una situazione che non poteva prescindere da un’esigenza normativa. Un ventennio si è maturato in questa esperienza formale, dal 1866 al 1886. e l’educazione romantica si è risolta in una educazione parnassiana. L’idea che il linguaggio è tutto, è diventata generale in quest’epoca. La pittura cerca di rimuoversi con effetti di colore che mantengono i termini oggettivi anteriori; restano le cose, basterà sfumarle, arricchirle di aloni, sinfonizzare i toni. La musica discioglie il vagnerismo nei mezzi toni, nelle dissonanze, nelle descrizioni verlainiane ricche di sofficità e di ombre. L’interiorità che è esigenza di creazione, non è sentita. Anche Zola fa nel bel mezzo del suo mercato la sinfonia del pizzicagnolo.
«L’alchimia della parola», come la dirà il Rimbaud, scoppia in seno al ''Parnasse'' e all’impressionismo, come l’estetica naturale e significativa, di una situazione che non poteva prescindere da un’esigenza normativa. Un ventennio si è maturato in questa esperienza formale, dal 1866 al 1886. e l’educazione romantica si è risolta in una educazione parnassiana. L’idea che il linguaggio è tutto, è diventata generale in quest’epoca. La pittura cerca di rimuoversi con effetti di colore che mantengono i termini oggettivi anteriori; restano le cose, basterà sfumarle, arricchirle di aloni, sinfonizzare i toni. La musica discioglie il vagnerismo nei mezzi toni, nelle dissonanze, nelle descrizioni verlainiane ricche di sofficità e di ombre. L’interiorità che è esigenza di creazione, non è sentita. Anche Zola fa nel bel mezzo del suo mercato la sinfonia del pizzicagnolo.


Baudelaire aveva detto nelle sue ''Correspondances'' che i profumi, i colori e i nomi si rispondono. Wagner aveva predicato l’unità delle arti: la somma dei loro effetti. Un poeta, P. N. Roinard è così persuaso di ciò che prepara e dà al teatro d’Arte una rappresentazione del ''Cantico dei Cantici'', dove poesia, decorazioni e profumi vaporizzati nella sala debbono provocare una concordanza perfetta. Ma l’odor dei gigli, distillati dalle labbra dell’amica di Salomone, fu così violento che il pubblico si sentì turbato! (<ref>R. De Oourmont - ''Promenades literaires'', quattriénie serie, p. 50.</ref>). Il realismo oggettivistico aiuta questa mentalità, la sorregge. Un poeta René Ghil. stende un trattato di «strumentazione verbale» che diventa celebre. Il sonetto sulle vocali di Rimbaud
Baudelaire aveva detto nelle sue ''Correspondances'' che i profumi, i colori e i nomi si rispondono. Wagner aveva predicato l’unità delle arti: la somma dei loro effetti. Un poeta, P. N. Roinard è così persuaso di ciò che prepara e dà al teatro d’Arte una rappresentazione del ''Cantico dei Cantici'', dove poesia, decorazioni e profumi vaporizzati nella sala debbono provocare una concordanza perfetta. Ma l’odor dei gigli, distillati dalle labbra dell’amica di Salomone, fu così violento che il pubblico si sentì turbato! (<ref>R. De Oourmont - ''Promenades literaires'', quattriéme serie, p. 50.</ref>). Il realismo oggettivistico aiuta questa mentalità, la sorregge. Un poeta René Ghil, stende un trattato di «strumentazione verbale» che diventa celebre. Il sonetto sulle vocali di Rimbaud


<poem>''A noir, E blanc, Irouge, U veri, O bleu, voyelles</poem>
<poem>''A noir, E blanc, Irouge, U vert, O bleu, voyelles</poem>


non può più bastare. Si tratta di una poesia scientifica, ora. I parnassiani stringono la mano ai veristi. Ghil rifà Zola. Una correlazione che era in re. Adesso bisogna accordarsi con la scienza, farne «la base di coscienza, da cui sprigionarsi l’emozione poetica reale, perchè la sola di senso universale». «In una frase passerà la musica della Vita: musica di sapori, di colori, di rumori».
non può più bastare. Si tratta di una poesia scientifica, ora. I parnassiani stringono la mano ai veristi. Ghil rifà Zola. Una correlazione che era ''in re''. Adesso bisogna accordarsi con la scienza, farne «la base di coscienza, da cui sprigionarsi l’emozione poetica reale, perchè la sola di senso universale». «In una frase passerà la musica della Vita: musica di sapori, di colori, di rumori».


Il romanticismo che ha rinnegato l’oggetto concreto del mondo classico, attraverso il ''Parnasse'' è giunto all’idolatria dell’oggetto astratto.
Il romanticismo che ha rinnegato l’oggetto concreto del mondo classico, attraverso il ''Parnasse'' è giunto all’idolatria dell’oggetto astratto.
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{{smaller|''Novità'':}}
{{smaller|''Novità'':}}


ANTONIO AMANTE
ANTONIO ANIANTE
{{larger|''VITA DI BELLINI''}}
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L. 10
L. 10
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{{larger|''SCRITTI TEATRALI''}}
{{larger|''SCRITTI TEATRALI''}}
L. 6
L. 6
Vi si parla del teatro del colore, di L. Borelli, di E. Gramatica, di R. Bracco, di R. Roggeri ecc.
Vi si parla del teatro del colore, di L. Borelli, di E. Gramatica, di R. Bracco, di R. Ruggeri ecc.


I. GIORDANI
I. GIORDANI
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''Ecarter les snobs et leurs divers snobismes et leurs diverses définitions du snobisme, pour ne considèrer que la chose même. Ce n’est pas là trover un élément commun à tous et plus grand commun dénominateur, mais une essence qu'aucun ne réalise parfaitement, et qui n’en est pas moins ce que nous cherchons, du moment que nous parvenons à le bien isoler''.
''Ecarter les snobs et leurs divers snobismes et leurs diverses définitions du snobisme, pour ne considèrer que la chose même. Ce n’est pas là trover un élément commun à tous et plus grand commun dénominateur, mais une essence qu'aucun ne réalise parfaitement, et qui n’en est pas moins ce que nous cherchons, du moment que nous parvenons à le bien isoler''.


''Dèpouiller le snobisme de toutes les autres essences, qui ne lui sont pas équivalentes, encore quelles puissent dans la pratique n’être jamais sèparées de lui. Notre critèrium est le fait que la plupart de ces essences, avec lesquelles on confond d’ordinaire le snobisme, portent un nom distinct. (Arrivisme, ambition, dódain, arrogance).''
''Dèpouiller le snobisme de toutes les autres essences, qui ne lui sont pas équivalentes, encore quelles puissent dans la pratique n’être jamais sèparées de lui. Notre critèrium est le fait que la plupart de ces essences, avec lesquelles on confond d’ordinaire le snobisme, portent un nom distinct. (Arrivisme, ambition, dèdain, arrogance).''


''Nègligeons les motifs qu’a le snob de devenir tel et ne le considérons que tout formè: le snobisme en action. Il me parait impliquer un groupe, ou société, et un individu en face de ce groupe, qui s’applique à en connaitre la nature intime et jouit de celle connaisance.''
''Nègligeons les motifs qu’a le snob de devenir tel et ne le considérons que tout formè: le snobisme en action. Il me parait impliquer un groupe, ou société, et un individu en face de ce groupe, qui s’applique à en connaitre la nature intime et jouit de celle connaisance.''
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''Et qu’on n’objecte pas que l’admission du snob est prècisèment un cas de la faillibllitè de cette intuition. Pour être infaillible, cette intuition d’admission n’en est pas moins conditionelle, c’est à dire jusqu’à preuve du contraire. Une fois admis dans le groupe, (en vertu de cette intuition qui le définit, et est à la fois son mode d’expression et de dèfence), c’est ou snob à faire la preuve, le plus souvent négative, qu'il «en est» bien.''
''Et qu’on n’objecte pas que l’admission du snob est prècisèment un cas de la faillibllitè de cette intuition. Pour être infaillible, cette intuition d’admission n’en est pas moins conditionelle, c’est à dire jusqu’à preuve du contraire. Une fois admis dans le groupe, (en vertu de cette intuition qui le définit, et est à la fois son mode d’expression et de dèfence), c’est ou snob à faire la preuve, le plus souvent négative, qu'il «en est» bien.''


''Il la peut faire en s’appliquant à vivre de la vie propre au groupe, pour autant quelle ne limite point son activité de connaissance. C’est dire qu'il doit s’abstenir d’agir, sans pour cela professer d’ètre spectateur. Car sitǒt qu’il agit et s’identifie plemnnent au groupe, il cesse de le connaitre, et sitǒt qu'il s’en abstrait totalement, il cesse de le connaitre par le dedans et par l’intuition; partant, dans les deux cas d’ètre snob.''
''Il la peut faire en s’appliquant à vivre de la vie propre au groupe, pour autant quelle ne limite point son activité de connaissance. C’est dire qu'il doit s’abstenir d’agir, sans pour cela professer d’ètre spectateur. Car sitǒt qu’il agit et s’identifie pleinement au groupe, il cesse de le connaitre, et sitǒt qu'il s’en abstrait totalement, il cesse de le connaitre par le dedans et par l’intuition; partant, dans les deux cas d’ètre snob.''


''Il s’ensuit que, pour autant que le snob divulgue sa connaisance, son affront à la loi de dèfense du groupe l'en fait aussitǒt sortir. C’est donc à tort qu’on dit, de certains romanciers qui rendent publiques leurs intuitions, qu’il sont snob. Et inversement, on ne peut jamais surprendre le véritable snob, à l'ètat pur, en flagrant dèlit.''
''Il s’ensuit que, pour autant que le snob divulgue sa connaisance, son affront à la loi de dèfense du groupe l'en fait aussitǒt sortir. C’est donc à tort qu’on dit, de certains romanciers qui rendent publiques leurs intuitions, qu’il sont snob. Et inversement, on ne peut jamais surprendre le véritable snob, à l'ètat pur, en flagrant dèlit.''
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''Condamné à demeurer sur la corde raide, et pourtant à se taire, le snob ne peut que connaitre la joie la plus rare et la plus pure. Elle ne lui saurait pourtant être èternelle, puisque la profondeur même de son intuition lui en limite la durèe. D’où vient que tant de vrais snobs finissent désabusès où quittent le snobisme pour la littérature''.
''Condamné à demeurer sur la corde raide, et pourtant à se taire, le snob ne peut que connaitre la joie la plus rare et la plus pure. Elle ne lui saurait pourtant être èternelle, puisque la profondeur même de son intuition lui en limite la durèe. D’où vient que tant de vrais snobs finissent désabusès où quittent le snobisme pour la littérature''.


''Mais d’où vieni que l'on prète au snob toujours un dèsir d'ascension! C’est que, véritable dépoysé, son premier acte est de chercher le groupe qui est sa patrie naturale. Le trouve-t-il, il s’aperçoit aussitǒt que son passé lui interdit d’y appartenir pleinement, et qu’il doit se contenter d’en jouir par la connaissance. Celle recherche préliminaire donne à croire qu’il est ambitieux, alors qu’il est essentiellement en quète de son semblable.''
''Mais d’où vient que l'on prète au snob toujours un dèsir d'ascension! C’est que, véritable dépoysé, son premier acte est de chercher le groupe qui est sa patrie naturale. Le trouve-t-il, il s’aperçoit aussitǒt que son passé lui interdit d’y appartenir pleinement, et qu’il doit se contenter d’en jouir par la connaissance. Celle recherche préliminaire donne à croire qu’il est ambitieux, alors qu’il est essentiellement en quète de son semblable.''


''Le succès du snob dépend autant de sa dextérité à faire le dèpart de l’être et du connaitre, que de l’èlasticitè de l’intuition du groupe. Tel groupe n’admet que l'appartenance totale, tel autre commence déja à poser des distinctions. Plus la difficultè est grande, plus le snob est à même d’atteindre une intuition profonde d’une réalité d’ordre sociale - incommmunicable.''
''Le succès du snob dépend autant de sa dextérité à faire le dèpart de l’être et du connaitre, que de l’èlasticitè de l’intuition du groupe. Tel groupe n’admet que l'appartenance totale, tel autre commence déja à poser des distinctions. Plus la difficultè est grande, plus le snob est à même d’atteindre une intuition profonde d’une réalité d’ordre sociale - incommmunicable.''


''Ce silence imposé garantit au snobisme le caractère d’une oeuvre d’ari vécue, et d’une sapience ineffable, dont la procession vers l’expression constituera la sociologie rationelle.''
''Ce silence imposé garantit au snobisme le caractère d’une oeuvre d’art vécue, et d’une sapience ineffable, dont la procession vers l’expression constituera la sociologie rationelle.''
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