Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/13: differenze tra le versioni

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Versione delle 20:52, 28 feb 2018

_ 7 — La Manetta diceva che ero piuttosto bellino, e siccome mi voleva un ben dell’anima, mi aveva messo al collo un nastrino rosso che, secondo lei, doveva crescermi bellezza. Ma io, a dirla fra noi, avrei fatto volentieri a meno di quell’ impiccio, e più d’una volta mi provai a beccarlo e lacerarlo ; la Manetta, però, me ne rimetteva subito un altro, esortandomi all’ obbedienza. Ohe cosa dovevo fare ? Che cosa avreste voi fatto ne miei piedi, o bambini? Mi rassegnai. Su’ primi giorni, lo confesso, la rassegnazione mi. parve duretta, ma poi mi avvidi che la mia padron- cina ci pativa, e io, per far piacere a lei mi tenni il nastrino in santa pace e mi ci avvezzai. Date queste notizierelle che mi parevano più che necessarie per farmi un po’ conoscere, comincio su¬ bito a raccontar la mia storia, o, come oggi si di¬ rebbe, le mie avventure. È una storia, sono avventure da pulcino, ma non dubitate, no, la mia parte di disgrazie l’ho avuta anch’io, e i giorni neri sono stati più frequenti di quelli color di rosa. Tuttavia ho cercato di soppor¬ tare i dispiaceri con quella fermezza d’animo che il buon Dio mette anche nelle povere bestioline, e a’ tempi felici non sono mai montato in superbia e ho cercato sempre di fare quel po’ di bene che stava in me. Ora me la passo discretamente. Di pulcino son divenuto un'robusto e svelto galletto e se ho la fortuna di rimanere co’ padroni co’ quali sto ora, sono certo, certissimo di morir di vecchiaja. I