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{{Centrato|<big><big>'''Aspetti della novissima poesia russa'''</big></big>}}
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Si i acconta che, durante la Rivoluzioni il popolo parigino, ammesso a visitare la casa del Biaumarchais, si sia comportato -’ol rispetto e con l’educazione più irreprensibili. Chi torna daila Russia adesso, riferisce con compiacimeli j come in tutt’i musei si possali vedere comitive di operai e di contadini, che girano silenziosi per le ale prendendo appunti. Questo però non vuol diro che l’arte si avvicini maggiormente al popo’o nei periodi di rivoluzione: ma soltanto che, siccome al’ora i partiti se ne servono come mezzo di propaganda, è più facile che a1 le manifestazitni artistiche partecipi un pubblico più vasto di juello dei periodi normali. Onde anche i poeti cosl’detti bolscevichi non sono più vicini di altri agli operai e ai contadini che formano ’a maggioranza del pubblico al|c loro letture di versi, se non perdio portano lo stesso loro vestito.
Si racconta che, durante la Rivoluzione, il popolo parigino, ammesso a visitare la casa del {{Wl|Q70326|Beaumarchais}}, si sia comportato col rispetto e con l’educazione più irreprensibili. Chi torna dalla Russia adesso, riferisce con compiacimento come in tutt'i musei si possan vedere comitive di operai e di contadini, che girano silenziosi per le sale prendendo appunti. Questo però non vuol dire che l’arte si avvicini maggiormente al popolo nei periodi di rivoluzione: ma soltanto che, siccome allora i partiti se ne servono come mezzo di propaganda, è più facile che alle manifestazioni artistiche partecipi un pubblico più vasto di quello dei periodi normali. Onde anche i poeti così detti bolscevichi non sono più vicini di altri agli operai e ai contadini che formano la maggioranza del pubblico alle loro letture di versi, se non perchè portano lo stesso loro vestito. Giacche studiatissimo è il fare popolareggiante di quelle poesie. L’Esénin, che era un contadino e la sapeva lunga, raccontava agli amici con un sorriso malizioso e furbesco che non aveva mai portato vestiti così miseri al suo paese come ne portava per andare a far visita ai critici cittadineschi; e nei suoi versi cominciò a proclamarsi teppista - ''chuligan'' - («sputa, o vento, a bracciate di foglie, - io sono un teppista come te») soltanto quando glielo suggerirono i giornali, e il pubblico lo pretese.


E del resto tutta la novissima poesia russa ha correnti che le son parallele nell’Europa occidentale ed è poesia essenzialmente colta. Ci illumina in proposito un libro, pubblicato a {{Wl|Q656|Leningrado}} nel 1927 da Anatolij Mariengof — «Romanzo senza bugia» — dove sono copiose le notizie sulla «bohème» russa degli anni passati, con rivelazioni preziose sui retroscena della vita artistica e sul carattere dei vari poeti. Il Mariengof stesso è stato l’alfiere degl'''immaginisti''. Essi dapprincipio furono rappresentati dai giornali russi come pazzi o perlomeno come stravaganti: ma sostenevano semplicemente che il linguaggio è opera di poesia, ''immagine'', e sull’immagine foudavan le loro creazioni. Capitolo XVIII della Estetica del Croce: «identità di linguistici ed estetica» ? Si sarebbe tentati di dire che sì.
Giacche studiatissimo è il fare popolareggirnte di quelle poesie. L’Esénin, che era un contadino e la sapeva lunga, raccontava agli amici con un sorriso malizioso e furbesco che nou nv->va mai portato vestiti così miseri al suo paese co ie ne portava per andare a far visita ai cri♦ ir cittadineschi; e nei suoi verni cominciò a proclamarsi teppista - clminjiìn - sputa, o vento, a bracciate di foglie, - io sono un teppista come te») soltanto quando glielo suggerirono i giornali, e il pubblico lo pretese.


A contenderòe il campo degl’immaginisti è Kljuev con i ''Russijunje''. nel nome è detto tutto, giacché, pur volendo dire «Russi», ha un che d’antiquato di solenne e di patriarcale a un tempo, come chi in francese dicesse alla settecentesca ''russiens'' invece di ''russes''. Sono per le tradizioni paesane, per il linguaggio pittoresco dei contadini: in una parola, Strapaese. Quegli che è stato il maggior poeta russo di questi ultimi anni, {{Autore Citato|Serghijéj Esénin|Sergej Esenin}}, fu prima con gli immayinìsti, poi, prima di morire, con i Ru**i, c non si può dire dovo si sentisse più a sMo agio: andò con i Kiishi quando )1 suo spirito# era già ottenebrato dall’alcool e reso caotico dall’avventura con Isadora Duncan; e fu mosso, pare, anche dal desiderio di farla da dittatore in quel gruppo; ma non potò mai aderire compiutamente nemmeno alle idee degl’immagini*tì:
E del resto tutta la novissima poesia russi ha correnti clic le son parallele nell’Europa ocadontale ed c poesia essenzialmente colta. Ci illumina in proposito un libro, pubblicato a Leningrado nel 1927 da Auatòlij Mariengof — «Romanzo senza bugia «— dove sono copiose le notizie sulla * bohème» russa degli anni passati, con rivelazioni preziose sui retroscena della vita artistica e sul carattere dei vari poeti. Il Mariengof step«o ostato l’alfiere degl’immai/iristi. Essi dapprincipio furono rappresentati da, giornali russi come pazzi o perlomeno come stravaganti:

ma sostenevano semplicemente cho il linguaggio è opera di poesia, ininutyine, e sull’immagine foudavau le loro creazioni. Capitolo XVIII della Estetica del Croce: ■identità di linguistici ed estetica W Si sarebbe tentati di dire che sì.

A contenderò il campo rfgl’immaginisti è Klj fiev con i Ifntxijrinjc. nel nome è detto tutto, giacché, pur volendo dire «Russi, ha un che d’antiquato di solenne e di patriarcale a un tempo, come chi in francese dicesse alla settecentesca russiciis invece di nmses. Sono per le tradizioni paesane, per il linguaggio pittoresco dei contadini: in una parola, Strapaese. Quegli ebe è stato il maggior poeta russo di questi ultimi anni, Serghijéj Esénin, fu prima con gli immayinìsti, poi, prima di morire, con i Ru**i, c non si può dire dovo si sentisse più a sMo agio: andò con i Kiishi quando )1 suo spirito# era già ottenebrato dall’alcool e reso caotico dall’avventura con Isadora Duncan; e fu mosso, pare, anche dal desiderio di farla da dittatore in quel gruppo; ma non potò mai aderire compiutamente nemmeno alle idee degl’immagini*tì:


non apprezzava come loro l’a Europa», cioè l’Europa occidentale: diceva elio vi avevan dato l’anima in affitto «perchè inutile»: e il Mariengof lo accusa d’aver capito come fossero invecchiate e giù di moda e «usate* to teorie culturali ultranazionalistichc, che dopo lo zarismo anch,* il comuniSmo bandiva, senz’avere avuta la forza e la decisione di abbandonarle • per trovaiv mi nuovo mondo interiore*.
non apprezzava come loro l’a Europa», cioè l’Europa occidentale: diceva elio vi avevan dato l’anima in affitto «perchè inutile»: e il Mariengof lo accusa d’aver capito come fossero invecchiate e giù di moda e «usate* to teorie culturali ultranazionalistichc, che dopo lo zarismo anch,* il comuniSmo bandiva, senz’avere avuta la forza e la decisione di abbandonarle • per trovaiv mi nuovo mondo interiore*.