Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/195: differenze tra le versioni

 
 
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Quest’Atto è molto importante, perchè reca la legislazione veneta del secolo IX in rapporto con gran parte d’Italia. Ivi, tra l’altro, è sancito pena contro gli invasori delle Venezie; proibito comperare o vendere schiavi i liberi cristiani; convenuto reciproco aiuto tra i contraenti contro gli Schiavoni, comminato pena contro giudice che ritardi fare giustizia. Ivi chi uccide un libero è condannato pagare 300 soldi, e chi Io ferisce 50; chi uccide lo schiavo paghi soldi 50, e chi lo ferisce 30; ogni furto si compensi col quadruplo del rubato. Poi è trattato dei servi e dello ancelle fuggitivi, della negoziatura, del pegno, degli eunuchi, del giuramento.
Quest’Atto è molto importante, perchè reca la legislazione
veneta del secolo IX in rapporto con gran parte d’ Italia. Ivi, tra
l’altro, è sancito pena contro gli invasori delle Venezie; proibito
comperare o vendere schiavi i liberi cristiani; convenuto reciproco
aiuto tra i contraenti contro gli Schiavoni, comminato pena contro
giudice che ritardi fare giustizia. Ivi chi uccide un libero è condannato
pagare 300 soldi, e chi Io ferisce 50; chi uccide lo schiavo
paghi soldi 50, e chi lo ferisce 30; ogni furto si compensi col quadruplo
del rubato. Poi è trattato dei servi e dello ancelle fuggitivi,
della negoziatura, del pegno, degli eunuchi, del giuramento.


5.° Berengario, ad istanza del regio cappellano Beato e di Grimaldo
5.° Berengario, ad istanza del regio cappellano Beato e di Grimaldo, ricevo in protezione l’abbadessa Adelgide di Capodistria e il suo monastero colle pertinenze, non che la corte di Devisiano, per la quale fu lite col vescovo Polense.
, ricevo in protezione Tabbadessa Adelgide di Capodistria e
il suo monastero colle pertinenze, non che la corte di Devisiano,
per la quale fu lite col vescovo Polense.


Di Bi’escia, 24 aprile 908; di Berengario re anno XXI.
Di Brescia, 24 aprile 908; di Berengario re anno XXI.


Copia di quest’Atto trasse il bibliotecario Valentinelli dall’archivio
Copia di quest’Atto trasse il bibliotecario {{AutoreCitato|Giuseppe Valentinelli|Valentinelli}} dall’archivio centrale di Venezia per il Dümmlcr, che a sua volta ne fece collazione coll’originale.
centrale di Venezia per il Dùmmlcr, che a sua volta ne fece
collazione colToriginale.


6." Berengario re, intercedenti i presuli Giovanni pavese e Liutardo
6.° Berengario re, intercedenti i presuli Giovanni pavese e Liutardo comasco, conferma, ad istanza di Beato vescovo di Tortona, il teloneo e il distretto e ogni pubblico officio alla plebe di Voghera, come ne fu fin qui investita; e altresì l’aquedotto della Stafora per costruire mulini.
comasco, conferma, ad istanza di Beato vescovo di Tortona,
il teloneo e il distretto e ogni pubblico oilicio alla plebe di Negherà,
come ne fu tìn qui investita; e altresì l’aquedotto della Stafora per
costruire mulini.


Dato di Coriano, il primo di febbraio 915, di re Berengario
Dato di Coriano, il primo di febbraio 915, di re Berengario anno XXVIII<ref>L’anno nelle varianti è 919. </ref>.
anno XXVIII (1).


Il documento è ricordato da {{AutoreCitato|Giuseppe Robolini|Robolini}} (Notizie di Pavia, II, 55) e più diffusamente da {{AutoreCitato|Jacopo Durandi|Durando}} (Piemonte cispadano). Il Dümmler lo trascrisse da copia più recente nell’archivio diplomatico di Milano, e ne discusse la data che in altri documenti è dichiarata coll’anno 919. Il luogo è Coriano o Corano in vicinanza del Po.
Il documento è ricordato da Robolini (Notizie di Pavia, li, o5j
e più diffusamente da Durando (Piemonte cispadano). Il Uùmmler
lo trascrisse da copia piii recente nell’archivio diplomatico di Milano
, e ne discusse la data che in altri documenti è dichiarata
coiranno 919. Il luogo è Coriano o Corano in vicinanza del Po.


7.° Berengario imperatore conferma al convento di S. Salvatore
7.° Berengario imperatore conferma al convento di S. Salvatore in Monte Amiata tutti i suoi possedimenti; il quale convento aveva Berengario mandato a governare dal Marchese Guido, imperocchè ne fosse scaduta la regolare osservanza.
in Monte Amiata tutti i suoi possedimenti; il quale convento aveva
Berengario mandato a governare dal Marchese Guido, imperocché
ne fosse scaduta la regolare osservanza.


Dato di Roma, 8 dicembre 915; di Berengario re anno XXVlIl,
Dato di Roma, 8 dicembre 915; di Berengario re anno XXVIII, imperatore I.
imperatore I.


Trovasi in due originali nell’archivio di Stato in Firenze,
Trovasi in due originali nell’archivio di Stato in Firenze, avutane copia il Dümmler da Dante Catenacci, per interposizione del professore {{AutoreCitato|Philipp Jaffé|Jaffé}}.
avutane copia il Dùmmler da Dante Catenacci, per interposizione
del professore Jaffé.


8.° Instanti Grimualdo conte e Oderico marchese per mezzo di
8.° Instanti Grimualdo conte e Oderico marchese per mezzo di Giovanni vescovo di Cremona e cancelliere imperiale, Berengario
Giovanni vescovo di Cremona e cancelliere imperiale, Berengario

<ref>L’anno nelle varianti è 919. </ref>