Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/328: differenze tra le versioni

 
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{{Colonna|50%}}''ello, per parere n’homo da zò, e da palo. e sì la serà pò a n’altro muò, perche a sè ben mi, que de la Prealasse el no pò haèr rason. che l’è on muò de mesurare per agiere, massa seguro.''
IN PERPUOSITO DE LA STELLA NUOVA.

{{Sc|Na.}} ''lagame mò vere s’a me n’arecuordesse on puoco. el dise primamen<ref>«primieramente dico, che avenga, che noi concediamo, che la Paralasse sia vera secondo la ragione Mathematica, che pongono i Mathematici, non dimeno secondo la ragion Physica affermiamo, che non si possa conoscer nel’ Pianeta; per lo che, come di sopra accennavamo, la dimostratione de gli Mathematici manca, e di vero, in qual modo vorrann’eglino, che noi con la vista trapassiamo per lo centro d’un Pianeta? conciosiacosa che pigliare il centro, così di lontano, sia cosa impossibile, particolarmente nel corpo spherico, e non si pigliando ’l centro, quella ragione cade, perchè non saria meraviglia se le intersettioni fuori del Centro della Luna in varie parti di essa facessero varii angoli; onde non essendo gli estremi della comparatione di pari conditioni, essa giusta non sarebbe.» (''Discorso'', ecc., car. 11<sup>a</sup> r.)</ref>, che no se pò guardare de mezo fuora a na stella; e que staganto così da lunzi, el n’è possibole cattarghe el mezo, massimamentre, per que l’è na consa tonda; e que.''
éllo^ per parere ri! homo da fa, e da

palo, e si la sera pò a n^ altro muò,
{{Sc|Ma.}} ''Tasi, tasi on può, che te ghe n’è ditto pareggie in t’on groppo. chi è quellù, che cherza de poer smirare de mezo via à na stella, sianto, que l’è tanto grossa? che cancabaro de filatuorie se valo a imaghinare? gh’in salo de pì belle? questa serà la prima. L’altra. a comuò catteriesto miegio el mezo d’un crivello; mettantoghe gi vocchi a pè, ò slargantote on bel puoco?''
perche a sé ien mi, que de la Prealasse

el no pò haèr rason, che V è on mito de
{{Sc|Na.}} ''Mò, stagantoghe da luzi, per que s’a ghe foesse a vesìn, a no porae gnan desfegurarlo que stesse ben.''
mesurare per agiere, massa seguro.

Na. Lagame mò vere s' a me n' are-
{{Sc|Ma.}} ''Guarda mo tonca se l’è el vera, que no se possa cattar el mezo de le stelle, per che gi è lunzi? A l’altra, in che daristo pi fremamen in lo mezo, con na occhià, in quél d’ona balla, o d’on gomiero?''
Loren. cap. 6. cuordcsse ou puoco. cl disc primamen^'^

die no se pò guardare de mem fuora
{{Sc|Na.}} ''Cancabaro; d’ona balla; per que cò a l’esse giustà in t’on verso, la serae giustà in tutti.''
a na stella ; e que staganto così da lun^i,
{{AltraColonna|50%}}
10 el n' è possibole cattarghe el meso^ mas-
posta lui, per darsi l’aria d’un uomo di gran levatura. E la sarà poi in tutt’altro modo; perchè io so ben io, che, quanto alla parallasse, e’ non può aver ragione, perchè gli è un modo di misurare per aria troppo sicuro.
simamentre, per que V è na consa tonda;

e que.
{{Sc|Na.}} Lasciami mo’ vedere s’io me ne ricordassi un po’. Egli dice primieramente che non si può guardare attraverso una stella; e che stando così da lontano, e’ non è possibile trovarle il mezzo, massimamente perchè l’è una cosa tonda; e che
Ma. Tasi, tasi on può, che te ghe

n' è ditto pareggie in f on groppo, chi
{{Sc|Ma.}} Taci, taci un po’, chè tu n’hai dette parecchie in un fascio. Chi è colui che creda di poter mirare attraverso a una stella, sendo che l’è tanto grossa? Che canchero di filastrocche si va egli a immaginare? ne sa egli di più belle? Questa sarà la prima. L’altra: o come troveresti tu meglio il mezzo d’un crivello: mettendoci gli occhi da vicino, o allontanandotene un bel poco?
è queliti^ che clier^a de poer smirare de

mezo via à na stella, sianto^ que V è
{{Sc|Na.}} Ma, standogli da lontano; perchè s’io gli fossi vicino, i’ non potrei neanco vederlo bene.
tanto grossa ? che cancaiaro de filatuo-

rie se vaio a imaghinare ? gh' in salo de
{{Sc|Ma.}} Guarda ora dunque se l’è vera che non si possa trovare il mezzo delle stelle, perchè sono lontane? All’altra: in che daresti più sicuramente nel centro, con una occhiata: in quello d’una palla o d’un vomero?
pi belle ? questa sera la prima. H altra.

20 a comuò catteriesto miegio el meso d' un
{{Sc|Na.}} Canchero Betta! d’una palla; perchè quando l’avessi colta giusta in un punto, la sarebbe colta in tutti.
crivello ; mettantoghe gi vocchi a pè, ò
{{FineColonna}}{{Vp|
slargantote on bel puoco ?

Na. Mò, stagantoghe da lunzi, per
{{Type|f=0.9em|4, 7, 13, 14, 22, 31, 33. ''un'' — 4-5. ''da mesurare'' — 10. ''posibole'' — 30, 32. ''una'' —}}}}
que s^ a ghe foesse a vesìn^ a no porae
gnau desfegurarlo que stesse ben.
Ma. Guarda mo tonca se V è el vera,
que no se possa cattar el meso de le
stelle, per che gi è lund ? A V altra,
in che daristo pi fremamen in lo me^o,
30 con na occhia, in quel d' ona balla, o
d' on gomiero ?
Na. Cancabaro; d' ona balla; per
que co a V esse giusta in f on verso, la
serae giusta in tutti.
Vittell. lib. 1
et lib. 4 etc.
Eucl. opt.
posta lui, per darsi V aria d'un uomo di
gran levatura. E la sarà poi in tutt' altro
modo; perchè io so ben io, che, quanto
alla parallasse, e' non può aver ragione,
perchè gli è un modo di misurare per
aria troppo sicuro.
Na. Lasciami mo' vedere s' io me ne
ricordassi un po'. Egli dice primiera-
mente che non si può guardare attra-
verso una stella ; e che stando così da
lontano, e' non è possibile trovarle il
mezzo, massimamente perchè l' è una
cosa tonda ; e che
Ma. Taci, taci un po', che tu n' hai
dette parecchie in un fascio. Chi è co-
lui che creda di poter mirare attraverso
a una stella, sendo che l'è tanto grossa?
Che canchero di filastrocche si va egli
a immaginare ? ne sa egli di più belle ?
Questa sarà la prima. L' altra : o come
troveresti tu meglio il mezzo d' un cri-
vello: mettendoci gli occhi da vicino,
allontanandotene un bel poco?
Na. Ma, standogli da lontano; per-
chè s' io gli fossi vicino, i' non potrei
neanco vederlo bene.
Ma. Guarda ora dunque se l' è vera
che non si possa trovare il mezzo delle
stelle, perchè sono lontane? All'altra:
in che daresti più sicuramente nel cen-
tro, con una occhiata: in quello d'una
palla d'un vomero?
Na. Canchero Betta! d'una palla;
perchè quando 1' avessi colta giusta in
un punto, la sarebbe colta in tutti.
, 7, 13, 14, 22, 31, 33. -un — 4-5. (?a mesurare — 10. posìhole — ZO, 32. wna —
(^) « primieramente dico, che avenga, che noi con-
cediamo, che la Paralasse sia vera secondo la ra-
gione Mathematica, che pongono i Mathematici, non
dimeno secondo la ragion Physica affermiamo, che
non si possa conoscer nel' Pianeta; per lo che, come
di sopra accennavamo, la dimostratione de gli Ma-
thematici manca, e di vero, in qual modo vorran-
n' eglino, che noi con la vista trapassiamo per lo
centro d'un Pianeta? conciosiacosa che pigliare il
centro, così di lontano, sia cosa impossibile, partico-
larmente nel corpo spherico, e non si pigliando '1 cen-
tro, quella ragione cade, perchè non saria meraviglia
se le intersettioni fuori del Centro della Luna in varie
parti di essa facessero varii angoli ; onde non essendo
gli estremi della comparatione di pari conditioni, essa
giusta non sarebbe. » Discorso, ecc., car. 11* r.)