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Dalla parte di Levante Cologna, ch’ora fa governo da se, era di nostra ragione a tempi di {{AutoreCitato|Gaio Valerio Catullo|Catullo}}<sup>nota</sup> [''O Colonia'', ec ''Quemdam municipem meum'', ec.], che desiderava gettar da quel ponte certo suo patriotto, e che ne mentova le fangose acque: così giudico il Guarini nel suo comenlo, poco felicemente avendo pensato il Cluverio (''lib''. 10, c. 12) dovesse intendersi di Mantova. Del distretto di Vcrona la dice Rolandino Padovano (Colonia cfuae est in Veronae districhi, pag. ig. Rer. Ital. t. 8, pag. 381: Castrimi Coloniae in Veronensì districhi); e tal si vede ancora fin nell’anno 1411 in un documento citato nel Sommario de’ titoli del Monastero di S. Giorgio, stampato a Venezia. Vedremo nel decorso per una Memoria di vision di luogo fatta in occasion di litigio per confini, come da quella parte fin ne’ bassi tempi confinava il contado di Verona con quel di Monselice<sup>nota</sup>, donde ben si può conoscere quanto allora fosse avanzato. Procedendo oltra l’Adige, è probabile che si stendesse quivi il Veronese ancor più innanzi, poichè Ferrara e Rovigo, con le quali al presente s’incontra, ne’ tempi Romani 110η ν’erano, e il suo confine era con la piccola città d’Adria, nominata da Strabone in diminutivo. Della Badia che si disse già di Vangadicia, ed è ora un de’ principali castelli del Polesine, dicesi nel primo lilno de’ nostri Statuti, che di {{Pt|continua-|}}
Dalla parte di Levante Cologna, ch’ora fa governo da se, era di nostra ragione a tempi di {{AutoreCitato|Gaio Valerio Catullo|Catullo}}<ref>Vedi gli errori del Volpi in {{AutoreCitato|Gaio Valerio Catullo|Catullo}}. — V. Opuscoli ''{{AutoreCitato|Angelo Calogerà|Calogerà}}'', t. 14, p. 10: mostrano Ducale del 1406, che gli sottrae.</ref> [''O Colonia'', ec..... ''Quemdam municipem meum'', ec.], che desiderava gettar da quel ponte certo suo patriotto, e che ne mentova le fangose acque: così giudicò il {{AutoreCitato|Battista Guarino|Guarini}} nel suo comento, poco felicemente avendo pensato il {{AutoreCitato|Filippo Cluverio|Cluverio}} (''lib''. 10, c. 12) dovesse intendersi di Mantova. ''Del distretto di Verona'' la dice {{AutoreCitato|Rolandino da Padova|Rolandino Padovano}} (''Colonia quae est in Veronae districtu, pag''. 19. ''Rer. Ital. t''. 8, ''pag''. 381: ''Castrum Coloniae in Veronensi districtu''); e tal si vede ancora fin nell’anno 1411 in un documento citato nel ''Sommario de’ titoli'' del Monastero di S. Giorgio, stampato a Venezia. Vedremo nel decorso per una Memoria di vision di luogo fatta in occasion di litigio per confini, come da quella parte fin ne’ bassi tempi confinava il contado di Verona con quel di Monselice<ref>Vedi ne’ citati Opuscoli ''Calogerà'', pag. 100, la Memoria nominata.</ref>, donde ben si può conoscere quanto allora fosse avanzato. Procedendo oltra l’Adige, è probabile che si stendesse quivi il Veronese ancor più innanzi, poichè Ferrara e Rovigo, con le quali al presente s’incontra, ne’ tempi Romani non v’erano, e il suo confine era con la piccola città d’Adria, nominata da {{AutoreCitato|Strabone|Strabone}} in diminutivo. Della Badia che si disse già di Vangadicia, ed è ora un de’ principali castelli del Polesine, dicesi nel primo libro de’ nostri Statuti, ''che in {{Pt|continua-|}}''

<ref>Vedi gli errori del Volpi in Catullo. — V. Opuscoli Calogeri, t. 14, p. 1 o: mostrano Durale del >4o6, che gli sottrai’.</ref>

<ref>Vedi ne’ citali Opuscoli Calogeri, pag. ioo, la Memoria nominata.</ref>
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