Elogio catodico del quotidiano/Cap. 1: differenze tra le versioni

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Nell’avventura di Telebiella, questo il nome scelto per la sua emittente, Sacchi coinvolse molte persone che allora avevano rapporti tesi con l’emittente di Stato, tra cui soprattutto il noto presentatore Enzo Tortora, che circa un decennio addietro era stato licenziato dalla Rai.
 
Il presentatore genovese, nove anni prima, era stato messo alla porta dai dirigenti di viale Mazzini dopo che in un’intervista al settimanale ''Oggi''<ref>Oggi, n° 44 del 29 ottobre 1969, pag.133 e sgg.</ref> in cui criticava pesantemente il monopolio televisivo e il sistema di lottizzazione politica della Rai, arrivò a definire quest’ultima come ''“Un jet supersonico comandato da un branco di boy scout che litigano ai comandi”.
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''«Mi posi il problema, assai grave allora e oggi per fortuna molto meno, di fare un mestiere che non esisteva se non nel monopolio»'' [Tortora 1988, 49], si legge in una sua autobiografia, pubblicata pochi mesi prima di morire. Peppo Sacchi ed Enzo Tortora, che avevano già lavorato assieme in Rai fin dagli anni cinquanta, si incontrano di nuovo, da “esuli”, a Lugano dove entrambi lavorano per l’emittente di stato svizzera TSI.
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A quanti, come Sacchi e Tortora, che avevano avuto problemi nel rapporto di lavoro con la Rai, negli anni del monopolio, non rimaneva altra strada che le emittenti estere in lingua italiana, come la Televisione della Svizzera Italiana, Telemontecarlo, e Telecapodistria, televisioni allora ricevibili sui televisori, come unica alternativa al primo e al secondo canale, in alcuni zone del nord Italia e della costa adriatica. Tali stazioni televisive estere rappresentarono per anni, non solo per personaggi artistici, ma anche per molti tecnici, gli unici datori di lavoro potenzialmente alternativi alla Rai monopolistica.
 
Nel tempo libero Sacchi, come ricorda il quotidiano La Stampa<ref>La Stampa, 10 maggio 1998, Dal cilindro di Peppo Sacchi spunta una nuova Telebiella?</ref> si dedica a un hobby particolare: ''“gira Biella e il Biellese su una R4, si ferma nelle piazze e all'angolo dei bar, apre lo sportellone e, moderno cantastorie, al posto dei disegni in sequenza che narrano la cronaca, accende un televisore che mostra i fatti della settimana biellese, da lui registrati su cassetta.”
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E proprio mentre si trova a Locarno nella Svizzera Italiana Sacchi come ricorda in un’intervista<ref>La Stampa, 17 aprile 1986</ref> ha un’idea fulminante ''«In un ristorante la televisione era accesa e in quel momento era in onda un programma che proveniva direttamente dalla Germania. Mi fu spiegato che alcune ditte private avevano installato una grossa antenna sulle colline di Bellinzona e con dei cavi coassiali portavano il segnale della televisione tedesca ad Ascona e Locarno dove risiedeva una comunità germanica. L'idea di realizzare una tv locale che raccontasse i fatti di una città senza retorica ed eufemismo come li si narra a casa alla moglie mi inseguiva da mesi. Mi ricordai che nel nostro codice postale non esisteva alcun divieto sulle trasmissioni via cavo. E iniziai l'avventura».'' La tecnologia della tv via cavo era utilizzata in Svizzera per permettere di vedere le emittenti televisive delle diverse lingue parlate nei vari cantoni della confederazione.
 
''«Perché Locamo sì e Biella no?- Da questo momento Biella non dovrà più attendere il passaggio della R4 per vedere la propria cronaca, può farlo comodamente al bar o addirittura in casa propria: basta collegarsi con i cavi che Sacchi sta freneticamente tirando per tutta la città. Del resto: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente la propria opinione con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», così la pensa la Costituzione nel suo articolo 21. L'equipe: Peppo, Ivana e cinque o sei amici; l'attrezzatura: un paio di telecamere, un impianto di riflettori, un registratore di immagini, il cavo; la rete: all'inizio nel centro con video sotto i portici del municipio, in un ristorante, al bar Beni, da un barbiere».''
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Degli ottocento milioni che incassa per la vendita della sua quota di minoranza Villa ne regala cento, sotto forma di quote azionarie della nuova emittente all'amico Tortora per compensarlo del mancato introito dovuto al rifiuto dell'offerta di Telemilano.
 
Oggi, n° 44 del 29 ottobre 1969, pag.133 e sgg.
La Stampa, 10 maggio 1998, Dal cilindro di Peppo Sacchi spunta una nuova Telebiella?
La Stampa, 17 aprile 1986
La Stampa, 10 maggio 1998, Dal cilindro di Peppo Sacchi spunta una nuova Telebiella?
La Nazione, 8 febbraio 1973 “A Biella la prima Tv privata”.